Mamme in tribunale per il riconoscimento all’anagrafe

CENTRO – La città potrebbe entrare nella storia per essere il primo Comune a sostenere una causa per aver negato l’iscrizione all’anagrafe di due sorelline, due gemelline, figlie di due mamme, nate con fecondazione eterologa praticata all’estero, come figlie di entrambe le mamme e non solo della donna che le ha portate in grembo e partorite. Le due genitrici, sostenute dall’associazione Luca Coscioni, hanno intentato un’azione legale che vada a cercare una conferma in sede di tribunale di ciò che legalmente al momento manca. Insomma Trofarello potrebbe fare scuola e giurisprudenza. Incassato il rifiuto formale, le due donne hanno deciso di impugnarlo e di portare in tribunale il loro caso, assistite dall’avvocato Edoardo Carmagnola. Per le due mamme la speranza è che il loro diritto ad essere riconosciute entrambe come madri venga sancito da un giudice e che una sentenza vada a colmare il vuoto legislativo. La situazione era stata in parte superata dal sindaco torinese Chiara Appendino che durante il suo mandato aveva disposto che gli uffici dello Stato civile registrassero come figli di coppie omogenitoriali i bambini nati da maternità surrogate e da fecondazione eterologa, nonostante entrambe le forme siano vietate nel nostro ordinamento. Così molte decine di neonati erano stati iscritti all’anagrafe con quella modalità. Ma un anno fa il nuovo sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, aveva fatto retromarcia su indicazione della prefettura che intimava lo stop a queste registrazioni. Ora la causa contro il comune trofarellese apre nuovamente la questione. Il sindaco interviene sulla questione: «Devo fare una premessa. Nel nostro ordinamento l’esercizio di alcune funzioni di competenza statale è stato affidato al Sindaco, che le esercita non come vertice dell’ente locale, ma nella diversa qualità di ufficiale di governo. Seguiamo le regole che la legge ci impone. Da un punto di vista formale, inoltre, gli atti di stato civile sono atti amministrativi a contenuto vincolato previsto dall’ordinamento e possono contenere solo le informazioni previste per ciascun atto da cui si evince la tipicità degli atti di stato civile – commenta Napoletano – Personalmente ritengo invece, non come ufficiale di governo, bensì come sindaco, che il legislatore da troppi anni non affronta i temi dei diritti civili. Molto spesso, attraverso la propria inerzia, delega le proprie incombenze alla magistratura, alla Corte Costituzionale. Esorto questo parlamento ad affrontare i numerosi temi sui quali gli italiani chiedono chiarezza, primo tra tutti proprio quello del tema delle trascrizioni anagrafiche dei figli delle coppie omogenitoriali. Adottare atti illegittimi non è una soluzione. La questione grida l’urgenza di intervenire, perché dietro ci sono storie di famiglie, di amore e, soprattutto, di bambini».

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