CENTRO – Nei prossimi giorni il sindaco di Trofarello riceverà una lettera firmata, tra gli altri, da Emma Bonino e Riccardo Magi, Segretario nazionale di Più Europa, indirizzata a tutti i Consigli Comunali e ai Sindaci e alle Sindache d’Italia. «Il gruppo consigliare Noi Trofarello segue da vicino questo tema anche perché nella nostra comunità vive una coppia omogenitoriale (due donne con due gemelline) alle quali il sindaco recentemente ha dovuto opporre un rifiuto nel riconoscere ad entrambe lo stato di madri – commenta il consigliere Luca Maggio – Il tema è delicato e rispetto al caso di figli di due madri nati in Italia dopo aver fatto ricorso alla fecondazione eterologa fatta all’estero, perché non permessa in Italia, vi è ancora incertezza giuridica. Tuttavia, finora sono sempre state autorizzate le trascrizioni dei figli di due donne omosessuali nati all’estero.
Nei casi dove i figli siano nati in Italia la norma non dà soluzioni univoche. Sulla questione i sindaci non si comportano tutti allo stesso modo: da un lato vi è la raccomandazione del governo, tramite il Prefetto, a non procedere con la registrazione all’anagrafe dei bambini nati da coppie gay. Tra questi il sindaco Sala di Milano (che ha dovuto interrompere la registrazione di questi bimbi dopo aver ricevuto una diffida dal Ministro dell’interno), il sindaco di Torino Lo Russo e, tra molti altri, anche il sindaco di Trofarello. Ma ad onor del vero occorre ricordare l’atto di coraggio fatto da altri sindaci, ad esempio quello di Padova, a registrare ugualmente i bambini nati da coppie gay: la sensibilità di questi amministratori è dovuta alla volontà di non incidere negativamente sui bimbi, per eventuali (e tutte da verificare) “colpe” delle mamme che hanno ottenuto il concepimento con tecniche vietate in Italia».
«Una tecnica vietata in Italia non è detto che lo sia in altre parti del mondo: ad esempio nella cattolicissima Spagna il concepimento effettuato in questo modo è legale e non viene perseguito – interviene Laura Sandrone – Sala a Milano, vicino alla comunità arcobaleno, aveva ricominciato a registrare certificati anagrafici con due genitori dello stesso sesso a luglio 2022. Aveva poi spiegato che la decisione di intervenire arrivava in risposta al fatto che Parlamento e governo non hanno mai colmato la lacuna legislativa sulle famiglie omosessuali, nonostante le ripetute sollecitazioni della Corte Costituzionale. L’Italia ha legalizzato le unioni civili tra persone dello stesso sesso nel 2016, superando l’opposizione di gruppi politici conservatori, ma non ha concesso loro il diritto di adozione, temendo che potesse incoraggiare le gravidanze surrogate, che restano illegali. Peraltro in una recente sentenza della Corte di Cassazione, i giudici hanno stabilito che i bambini nati all’estero con maternità surrogata devono essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori con l’adozione in casi particolari, che richiede l’approvazione di un giudice, e non con la trascrizione diretta all’anagrafe».
«L’ordinamento italiano mantiene fermo il divieto di maternità surrogata e, non intendendo assecondare tale metodica di procreazione, rifugge da uno strumento automatico come la trascrizione, ma non volta le spalle al nato”, spiega la sentenza – sottolinea Marco Cavaletto – Qui si pone il problema di chi si trova davanti ad una norma ingiusta e discriminatoria; chi fa politica dovrebbe avere il coraggio di disobbedire. Ma le decisioni di un governo a guida Fratelli d’Italia fanno emergere un comportamento “omofobo”: l’omofobia non è solo violenza, sostiene l’esponente di Italia Viva Ivan Scalfarotto, lettura che condividiamo, ma è anche la radicata convinzione che le persone omosessuali siano meno degne o capaci delle persone eterosessuali di crescere dei figli! Infine è drammaticamente errato punire i bambini per scoraggiare le coppie gay ad averne: tutto ciò non è degno di un Paese civile».
«Il Gruppo Noi Trofarello – concludono i tre consiglieri – fa sua la proposta di mozione in arrivo da Piueuropa affinché i sindaci, anche tramite le associazioni di enti locali come ANCI ed Uncem, avviino un dibattito sul tema e procedano alle registrazioni anagrafiche dei figli di coppie omogenitoriali, indicando entrambi i genitori, e affinché sollecitino il Parlamento a discutere le proposte di legge in materia di riconoscimento dello stato di figli delle famiglie arcobaleno».