CENTRO – Ultimo giorno di lavoro per Dario Martelli, ex responsabile dell’ufficio culturale del Comune, impiegato presso gli uffici socioculturali dal 1998 al 31 ottobre e anima di molte iniziative culturali della città. Da oggi 1 novembre Martelli si godrà una meritata pensione. Ci racconti qualcosa della sua esperienza in comune. «Per i primi due anni sono stato responsabile del servizio poi ho ceduto alle lusinghe della mia professione di psicologo e psicoterapeuta ed ho investito molto nella libera professione, entrando a part time. Dal 2000 ho iniziato ad occuparmi in particolar edi una serie di progetti. Negli ultimi anni i tre progetto più grossi sono stati: l’organizzazione dei corsi di “Insieme per conoscere” con tutto ciò che ne deriva. Ho fatto poi porgettazione e tutoraggio del servizio civile volontario. Mi sono occupato della progettazione di parte della formazione e del tutoraggio dei volontari: organizzare e seguire il percorso dei volontari del servizio civile una volta arrivati a Trofarello. Come conseguenza del servizio civile volontario sono partiti altri progetti più piccoli come varie collaborazioni con la scuola. Negli ultimi tempi per esempio il Trofamurales che è proprio il frutto di una delle attività dei volontari di servizio civile, manifestazione di cui ci sono state due edizioni negli ultimi anni. Negli ultimi anni poi ho seguito la creazione di un tavolo sul bullismo che in futuro dovrebbe coordinare Elisa Lupano e che darà luogo ad altri interventi. Negli ultimo anni ho seguito anche il rapporto con l’ufficio di Città Metropolitana che si chiama Europe Direct con cui sostanzialmente abbiamo fatto per l’informagiovani una sorta di scambio di materiale relativo allo studio e al lavoro dei ragazzi all’Estero. Non mancano cose di ordinaria amministrazione, come l’aggiornamento del sito dell’Informagiovani o delle pagine Instagram». Un giudizio su questi anni trascorsi a Trofarello? «E’ stata comunque una esperienza positiva che mi ha fatto imparare delle code da un ecrto punto i vista ed ha cresciuto le mie competenze. Ci sono stati anche dei momenti difficili. Diciamo che, soprattutto in questo settore in cui ho sempre lavorato io, non è mai facile per un comune lavorare come vorresti. Devi sempre adattarti a quelle che sono le condizioni, ridurre alcune cose, alcuni progetti perché non ci sono mai soldi. Ancora oggi è un po’ un settote Cenerentola. Le soddisfazioni non sono mancate». Cosa farà ora che non lavorerà più a Trofarello? «Finché me lo consentirà il corpo e la testa continuerò a fare quello che ho fatto fino ad oggi nell’altra metà della mia giornata lavorativa: lo psicologo e psicoterapeuta. Tutto questo mi ha permesso di comprendere Trofarello. Mi spiace perché, essendo di Torino, andrò a chiudere un rapporto con un territorio che non frequenterò più».