«Questa torrida primavera -estate ci ha messo di fronte a quello che la scienza preannuncia da ormai 50anni – esordisce Anna Friscia, ex consigliere comunale trofarellese del Movimento 5 Stelle in un lungo post su Facebook dedicato all’argomento che Città ha chiesto di sviluppare ulteriormente – Non si tratta di catastrofismo o pessimismo cosmico ma negare i cambiamenti climatici e le conseguenze incredibili sulla nostra vita significa essere struzzi con la testa nella sabbia. Al di là dei comportamenti privati che ognuno di noi deve mettere in atto cambiando anche radicalmente stile di vita (lo so non è facile!) anche le pubbliche amministrazioni dovrebbero avere una visione a medio lungo termine e agire urgentemente di conseguenza».
Signora Friscia, ambientiamo in chiave locale questa sua riflessione… «A Trofarello la gran parte dei raccolti è andata perduta, dobbiamo pensare a sistemi di raccolta acqua e impianti di irrigazione ad alta tecnologia, o a sistemi di coltivazione innovativi. La contemporanea crisi energetica costerà alle casse comunali oltre 500mila euro di aumento! Eppure il comune è in ritardo su tutto, avevamo proposto una comunità energetica ormai 2 anni fa per l’autoproduzione di energia pulita ma nulla è stato fatto.
Bisognerà pensare alla gestione della piscina i cui costi diventano insostenibili. L’impianto realizzato funziona? Stesso discorso per le scuole. Abbiamo sprecato l’occasione di fare una pista ciclabile seria pur buttando milioni di euro, eppure l’unica alternativa al caro carburanti è la mobilità sostenibile – continua la Friscia – Sulla stessa via Torino l’amministrazione passata optò per il taglio di tutti gli alberi ad alto fusto, oggi rimane una striscia di asfalto infuocata.
Si apre quindi tutta la parentesi della gestione del verde, che non è più un elemento decorativo di cui si può fare a meno. Il verde pubblico sarà sempre di più elemento imprescindibile per la sopravvivenza umana in termini di aria respirabile e di mitigazione delle temperature elevate, e di lotta al dissesto idrogeologico. Eppure abbiamo visto piantare solo un povero ulivo simbolico. C’erano anche fondi statali per il rimboscamento urbano che non sono stati presi.
Poi c’è la programmazione di opere e costruzioni che non dovrebbero più consumare suolo libero, o peggio coltivato, e renderlo impermeabile.
Per anni siamo stati derisi come promotori di decrescita, solo perché si chiedeva attenzione all’ambiente – conclude la Friscia – Oggi le devastazioni della crescita insostenibile comportano danni ingenti per tutti, e chi l’ha sostenuta e incentivata dovrebbe almeno delle scuse. Insomma bisognerebbe mettersi al tavolo e proporre soluzioni, forse impopolari, ma decisive per il futuro, siamo pronti?
“A ciascuno tocca fare la sua parte” diceva Piero Angela».