CENTRO – Il trofarellese Gabriele Lionetti, 21 anni, è il campione italiano, categoria pesi mosca, di MMA, acronimo di Arti Marziali Miste. Una disciplina che comprende tutte le arti marziali che Gabriele studia dall’età di 8 anni. «L’MMA comprende tutte le arti marziali possibili che un atleta può studiare nel proprio percorso come lo Judo, il jujutsu, il taekwondo. Io ho iniziato con il Judo ed jujutsu alla palestra Pertini. Poi mi sono dedicato alla Muay thai, il pugilato tailandese. Per problemi di peso e di esilità non è stato possibile organizzare incontri sportivi e così ho cambiato palestra ed anche attività sportiva, approdando all’MMA. Ho cercato di fare da subito un incontro di MMA Light a contatto leggero, dove i colpi nel combattimento sono più controllati. Quattro vittorie e due sconfitte a livello regionale e nazionale. A questo ho aggiunto un percorso di un anno intero di pugilato a Taranto. Oggi sono ad un livello di preprofessionismo. Quando passerò al professionismo cambierà modo di combattere e filosofia. Al professionismo si arriva quando c’è la coscenza di poter fare questo salto». Un salto che Gabriele farà grazie alla preparazione presso la palestra thailandese “Tiger Muay Thay” dove si è trasferito in questo ultimo anno insieme al papà Andrea e dove ha trovato una seconda famiglia. «Dopo la vittoria del titolo italiano la Tiger ha invitato Gabriela ad entrare nel Team. Con il suo lead coach si sta valutando anche il passaggio alla categoria professionistica che è una questione di abilità tecniche e psicologiche. Diventando professionista cambia anche il modo di allenarsi, dalla mattina alla sera, sei giorni su 7: un momento di grande crescita» spiega il papà Andrea. Il prossimo appuntamento agonistico? «Un combattimento per una cintura internazionale a Manduria, sempre dilettantistico, in programma ll 23 luglio. Vorrei spiccare ed uscire dall’anonimato come l’Italiano che porta il nome dell’Italia nel mondo. Col passaggio al professionismo iniziano ad arrivare le sponsorizzazioni e si inizia a poter vivere di questo mestiere: borse, sponsor, social. Se entri in un time si può essere anche supportato con uno stipendio». Ma la storia di Gabriele è anche la storia di un riscatto da bullismo ed ingiustizie. «Mi piace sempre ricordare quello che è stato l’avvicinamento alle arti marziali – racconta il papà Andrea Lionetti – Una risposta con lo sport alla dislessia che aveva fatto di Gabriele vittima di ingiustizie a scuola. Una volta era considerata un difetto di fabbrica, una dissabilità che non veniva compresa. Gabriele è stato ampliamente bullizzato sia dai compagni che dagli insegnanti. Gazie all’Associazione Nazionale dislessia e allo sportello dell’Asl5 abbiamo avuto il vero supporto sull’accompagnare una caratteristica che poi si è trasformato in una abilità. Abbiamo convogliato questa sua frustrazione in una disciplina ed è rinato».