CENTRO – Si è concluso da poco il progetto “Sbulloniamoci”, progettato e realizzato nel mese di marzo dalle educatrici della Cooperativa Cittattiva in servizio nel plesso Leopardi (Cristina Zanin, Silvia Poggio e Simona De Ambri), in collaborazione con le volontarie del servizio civile, ha coinvolto tutte le classi della scuola secondaria di primo grado “G. Leopardi” di Trofarello con incontri di due ore ciascuno svolti in mattinata, in accordo con l’istituzione scolastica. «Il macro-obiettivo è stato quello di dare ai ragazzi, dopo anni così difficili dal punto di vista della relazione con i coetanei, uno spazio di incontro, esperienza e autoriflessione sulle competenze sociali di ciascuno all’interno del proprio gruppo e di come la Respons-ABILITA’ individuale e le relazioni di fiducia possano essere azioni efficaci di prevenzione al Bullismo – spiega Katia Iannone della Cooperativa Cittattiva – Attraverso tre fasi i ragazzi hanno potuto sperimentare mediante giochi di ruolo l’importanza delle relazioni di fiducia per la loro crescita. Hanno costruito un PUZZLE di classe partendo dalle loro capacità e attitudini e hanno guardato il dialogo di P. Cortellesi e M. Mengoni , “Mi chiamo Giancarlo Catino”, guidati con particolare attenzione alla comprensione delle dinamiche tipiche del fenomeno del bullismo: la ripetitività degli atti, il senso di vergogna nel chiedere aiuto, la sofferenza del singolo, l’azione di parte del gruppo che si pone come spettatore, ma è ugualmente responsabile. Particolare emozione ha suscitato nei ragazzi il finale, nel quale non ci sono rimandi ad azioni di vendetta da parte della vittima, ma la possibilità di una soluzione positiva. Il messaggio che è stato lasciato ai ragazzi è stato proprio quello che attraverso ogni nostra azione nella relazione con gli altri e grazie all’empatia si ha la possibilità di “sbullonare” i meccanismi del bullismo, prevenendo un’escalation pericolosa – conclude la Iannone – Tutte le classi hanno partecipato in modo serio e coinvolto, apprezzando in particolar modo la scelta di affrontare questo argomento attraverso anche attività ludiche e pratiche alternate a momenti più riflessivi».