CENTRO – Il trofarellese Paolo Matrisciano, che insieme a Melania Cammisa gestisce l’azienda per la promozione turistica Contesti Turistici, analizza i risutati di Eurovision 2022 che ha rilanciato la vocazione internazionale della città postindustriale trasformandola in luogo di cultura ed enogastronomia.
«Da pochi giorni si è concluso l’Eurovision e abbiamo già i primi dati, che sono stati raccolti tramite un sondaggio che ha effettuato turismo Torino, i dati sono stati rilevati tramite un questionario posto a 750 persone – Tramite questa indagine è emerso che 56 turisti su 100 sono venuti per la prima volta a Torino – commenta Matrisciano – Questi turisti non sono venuti solamente per l’Eurovision ma anche per l’enogastronomia e per le mostre, cosa che in passato non accadeva, probabilmente il diffondersi del cibo Piemontese, l’apertura dei Ristoranti a Porta Palazzo e la rivisitazione del cibo Piemontese da parte degli Chef ha spinto questi turisti a venire a Torino anche per il suo cibo”. Un altro dato emerso dal sondaggio riguarda la provenienza dei Turisti, “Abbiamo registrato il 49% di stranieri, dato che fa notare un cambiamento rispetto al passato, dove la maggior parte dei turisti erano Italiani.
La maggior parte dei visitatori ha avuto un’impressione positiva di Torino e ha già deciso che la rivisiterà». Paolo Matrisciano aggiunge: «Questi dati non devo meravigliarci, già dal 2006 Torino ha assunto una vocazione più turistica.
Un altro fattore importante è stata l’organizzazione dell’Eurovision, che è stata organizzata al meglio ed è stata accompagnata dall’ottimo lavoro svolto da Turismo Torino e da spazi musicali nei quartieri principali e anche in periferia, che hanno visto esibirsi artisti semisconosciuti provenienti da questi quartieri, dando un senso di coinvolgimento delle comunità, che porta a rivitalizzare i quartieri e crea una maggiore accoglienza per i Turisti. Un altro obiettivo del questionario era quello di capire se la città di Torino fosse una città ospitale per i turisti, ospitalità che grazie a diversi fattori, come l’accoglienza di studenti e di eventi che coinvolgono i giovani sta distaccando la figura di Torino da quella di città fredda e inospitale, dando l’idea di una città giovane e che progetta per il proprio futuro».
Giacomo D’Uva