CENTRO – Si è spento il giorno della festa del papà, ad 81 anni, il trofarellese Guido Pennacini. Personalità tranquilla ma nello stesso tempo sanguigna. Passionale e nello stesso tempo riflessiva la figura caratteriale che contraddistingueva Guido. Un signore d’altri tempi con il sorriso sempre sulle labbra e la sua costante cravatta, simbolo di una eleganza innata che lo ha sempre caratterizzato. Una parola buona per tutti, ma nello stesso tempo sempre pronto ad esprimere liberamente il proprio pensiero. Laureato in giurisprudenza Pennacini, pensionato, ex funzionario della Reale Assicurazioni, è stato sempre appassionato di modellismo con una grande manualità. Così alle pratiche assicurative del lavoro alternava, da sempre, la realizzazione di mille progetti nella sua cantina, illuminata da una fioca lampadina, dove trasformava in realtà le proprie idee tra legno, traforo, cartone, colori e pennelli. Dalle ricostruzioni del sistema solare per spiegare alla piccola Sandra, decine d’anni fa, le nozioni basilari dell’universo, alla ricostruzione storica delle mura di Trofarello, solo qualche anno fa, ricostruzione, un po’ fiaba, un po’ realtà, basata sullo studio di testi storici di una Trofarello del 1233. Diventata corollario del presepe meccanico realizzato dall’Associazione “Trofarello, Paese dei presepi”, nell’edizione del 2018. Quella stessa associazione cui ha dedicato anima e corpo dai tempi della sua fondazione. E propio al presidente dell’associazione Francesco Ferrando abbiamo chiesto un ricordo di Guido: «Voglio ricordare il suo costante e scrupoloso impegno la Sua dedizione nel costruire e rievocare la storia del passato, il plastico con gli Alpini nella guerra 1915-1918, il castello dei Conti Vagnoni trofarello del primo novecento. Con suoi colori ha creato le ambientazioni nel presepio della chiesetta San Giuseppe, dedicando interminabili ore – commenta Ferrando – Noi perdiamo un amico un artista che ci ha sempre accompagnati con spirito goliardico ma con scrupoloso senso del dovere.
Proseguiremo la nostra attività utilizzando i Suoi preziosi consigli».
La ricostruzione della Trofarello del ‘300 era il quarto plastico dedicato alla storia. Il primo plastico, come ricorda il presidente Ferrando, era arrivato già nel 2016, dedicato ai monti su cui venne combattuta la guerra di trincea del ‘15 – ‘18, in occasione del centenario della prima guerra mondiale. Il secondo nel 2017, con un presepe tra la ricostruzione dei ruderi di Amatrice, flagellata dal terremoto. Perché Pennacini era anche molto legato alla realtà. E se ne avesse avuto il tempo oggi avrebbe sicuramente ambientato una capanna della Sacra Famiglia tra le rovine di Kiev, o di qualche altra città dell’Ucraina, martoriata dalle bombe, lui che è sempre stato attento alle miserie umane, riproponendo un ricordo come sapeva fare solo lui, con un cartone riciclato, un pezzetto di compensato, quattro pennellate ed il suo animo artistico con cui rendeva tutto magia.