Barbara Germano, istruttore ed insegnante racconta un episodio on the road
CENTRO – Intervista a Barbara Germano, istruttore ed insegnante all’autoscuola Trofarello, che è stata vittima di un episodio di prepotenza maschile, e vuole lanciare una proposta alle donne trofarellesi, e non solo.
Germano cosa è successo?
«All’ inizio della settimana ero con un allievo a Pecetto Valle San Pietro, quasi a Cambiano. C’è un ponte a senso unico alternato e noi avevamo il dare precedenza. Eravamo accodati a tre auto che sono passate, perché evidentemente la strada era libera. Quando si sono velocemente allontanate, ci hanno lasciato visibilità. Ero fiduciosa che il veicolo apparso improvvisamente in senso opposto ci avrebbe lasciato finire l’attraversamento prima di impegnare, come previsto dal Codice e ripetuto sui quiz. Non mi aspettavo che partisse per venirci a bloccare a metà ponte, pretendendo una retromarcia, che non ho voluto far fare all’allievo per tre motivi: non era dovuto secondo le norme, non era la soluzione più veloce, era difficile per un principiante. Dopo qualche minuto di attesa il veicolo è tornato indietro, ma ci ha fermati all’uscita del ponte per urlare ogni tipo di discredito sulla mia professionalità, mettendosi davanti alla nostra auto e scattando foto per una fantomatica denuncia. Ero allibita da tanta prepotenza ed arroganza, nata da una conoscenza superficiale dei segnali. Purtroppo non è stata la prima aggressione verbale maschile che ho subito ultimamente per lavoro. Quando vedono una donna cercano di infangare, di mettere in dubbio le capacità, di offendere: è una forma di violenza subdola e viscida. Durante le lezioni di guida ci sono conducenti che sono sgradevoli anche con colleghi maschi, ma non fino al punto di bloccare il veicolo, fare foto e minacce».
Si sente al pari dei colleghi maschi?
«Certo, e non ho mai voluto un privilegio in quanto donna. Spiego ogni manovra illustrando in profondità la meccanica di ogni organo, le leggi della fisica, perché voglio che imparino ad usare il veicolo in modo tecnico ed ecologico. Mi occupo di patenti superiori da quasi trent’anni e sono stata chiamata varie volte come commissaria d’esame per le abilitazioni professionali. Sono educatrice stradale e la laurea mi supporta nella conoscenza del diritto e delle scienze sociali ed antropologiche. È molto più di ciò che è necessario e va ben oltre il livello di conoscenze della maggioranza dei colleghi maschi».
Che proposta lancia alle donne?
«Propongo di non accettare più passivamente episodi di arroganza maschile, di raccontarli pubblicamente e annotarli su dei foglietti da mettere in un sacchettino di stoffa, da utilizzare per pulire le nostre bellissime scarpe con i tacchi a spillo: è un legittimo “sfogo” non violento. Ci vuole un cambio di cultura che deve passare prima di tutto da noi. Non dobbiamo accettare privilegi per il solo fatto di essere donne, ma dobbiamo pretendere di ottenere gli stessi trattamenti ed autorevolezza riservata agli uomini. Sarebbe anche importante dare il massimo supporto e rilievo a tutti quelli gentili e rispettosi, che sono tanti e non riescono ad emergere: prepotenza ed arroganza maschile devono diventare assolutamente OUT».