CENTRO – «Moussa Balde, 22 anni, originario della Guinea, il 23 Maggio dello scorso anno si è tolto la vita nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Torino – esordiscono le volontarie di Trofarello per il Rifugio Massi di Oulx – Moussa era giunto nel nostro paese nel 2017, aveva vissuto di lavori precari, aveva imparato l’italiano e avrebbe continuato a studiare se glielo avessimo permesso. Devastato psicologicamente e relegato ai margini della società, viveva per strada, a Ventimiglia e campava di elemosine. Il 9 maggio dello scorso anno fu accerchiato da tre italiani davanti ad un supermercato, aggredito con spranghe, preso a calci e pugni. Fu ricoverato per le ferite subite, ma subito trasferito al C.P.R. di Torino, con ordine di espulsione, perchè privo di permesso di soggiorno. Chiuso in isolamento, non ha retto a questo ennesimo sopruso e si è impiccato.
Indignate dall’indifferenza delle Istituzioni incapaci di trovare soluzioni necessarie all’accoglienza di persone spinte a scappare da guerre e carestie, e dalla violenza ed emarginazione che queste persone sono costrette a subire ogni giorno, quel 23 maggio, con l’Associazione 10 Marzo di Trofarello, abbiamo deciso, di ricordare Moussa, portando fiori e messaggi davanti al C.P.R. di Torino.
Oggi, a Trofarello, diversi singoli, numerosi gruppi di cittadini, associazioni ed organizzazioni, sono impegnati sul terreno della solidarietà alle persone che affrontano il difficile cammino per la propria libertà dalla fame, dalle guerre, dalla morte – continuano le volontarie – A poco meno di un anno dalla testimonianze portata dal Gruppo 10 Marzo al C.P.R. per la morte di Moussa, ci appelliamo perché si uniscano le nostre forze con tutti coloro che, il 6 febbraio, nel rispetto delle singole diversità, vorranno denunciare la violenza mortale dei “regimi di frontiera” nel mondo e commemorare le persone decedute, disperse e tutte le vittime di sparizione forzata nel Mar Mediterraneo, lungo la Rotta Balcanica, nel Sahara, nella Frontiera messicana e ovunque nel mondo e coloro che non hanno retto ai continui respingimenti e violenze subite, ai diritti negati nei luoghi di detenzione, e si sono tolti la vita, come Moussa a 22 anni.
Segnaliamo l’appello al quale abbiamo aderito insieme a numerose associazioni internazionali.
Abbiamo chiesto alle nostre Istituzioni locali di mettere una targa su un albero,qui a Trofarello, per ricordare tutti gli uomini, le donne e i bambini morti a causa della nostra incapacità ad accogliere e le abbiamo invitate a farsi portavoce presso le Istituzioni nazionali ed europee perchè trovino una soluzione al massacro che è in corso da anni sotto i nostri occhi.
Invitiamo i nostri concittadini ad accendere piccole lanterne verdi alle finestre, sui balconi, nelle vetrine dei negozi, per diffondere anche a Trofarello una luce di solidarietà verso chi è costretto a migrare e per essere al fianco di coloro che, sul confine tra Bielorussia e Polonia, lasciano accesa una luce verde all’interno della loro casa, per segnalare ai migranti, che si trovano al gelo oltre il filo spinato della frontiera, che lì troveranno una parte di umanità non ancora perduta – concludono le volontarie di Trofarello per il Rifugio Massi di Oulx – Porteremo fiori, poesie, messaggi, davanti al C.P.R., alla frontiera di Oulx e in tutti i luoghi dove si possano ricordare persone e non numeri, in una Giornata Globale, che vuole unire le più ampie forze per lottare contro il regime di morte nelle frontiere e per esigere verità, giustizia e riparazione per le vittime della migrazione e per le loro famiglie. Migrare per vivere, non per morire! Sono persone non numeri! Libertà di movimento per tutti e tutte».