CENTRO – L’Anpi nazionale si mobilita contro i manifesti della regione Piemonte per il giorno del ricordo. «Ancora una volta registriamo come nelle istituzioni la presenza neofascista si esprima da una parte con lo svuotamento dei diritti e della democrazia e dall’altra con subdole operazioni di revisionismo storico in senso antipartigiano – recita il comunicato dell’Anpi nazionale – La Regione Piemonte ha promosso manifesti di propaganda che conferiscono al “giorno del ricordo” un significato nazionalista volto a criminalizzare le forze della Resistenza e gli eserciti alleati, che in tutta Europa combattevano contro il nazifascismo; manifesti che ricordano direttamente, anche graficamente, i contenuti e il linguaggio della Repubblica Sociale Italiana e del Terzo Reich nazista.
Considerato che il progetto “Identità oltre confine” della Regione Piemonte intende “Creare occasioni di riflessione pubblica sul tema dell’esodo per favorire una narrazione condivisa e partecipata rispettosa della complessità storica, usando strumenti critici e di approfondimento che chiamano in causa l’indagine storica, l’analisi filosofica, l’esplorazione della convivenza linguistico-culturale”, ci sembra quanto meno inopportuno l’utilizzo di manifesti che sembrano uscire da uno dei periodi più bui della nostra storia.
Queste immagini, tutto fanno tranne che creare una narrazione rispettosa della complessità storica, oltretutto con una spesa non irrisoria di soldi dei cittadini.
Invitiamo a vigilare costantemente, nelle istituzioni e sui territori, affinché queste vergognose campagne di propaganda siano prontamente denunciate e contrastate, sia per rispetto verso i Caduti per la Libertà e sia per una corretta trasmissione della storia e dei valori della lotta di Liberazione dal nazifascismo, dalla quale discende la nostra Costituzione». Interviene il presidente dell’Anpi locale Luca Bernusso: «L’immagine è stata completamente decontestualizzata ed è stata usata per un chiaro motivo ideologico: denunciare i crimini soltanto di una parte, dei partigiani comunisti jugoslavi. Si tratta di un inganno retorico. Si dimenticano i crimini commessi durante i venti anni di occupazione fascista e italiana dei territori dell’attuale Slovenia e Croazia per far passare l’immagine degli italiani “brava gente” e del fascismo come un regime benevolo – commenta Bernusso – In questo modo non si fa riconciliazione storica né si fa onore alle vittime delle foibe e ai profughi giuliani e dalmati.
Si pretende sempre una condanna del comunismo da parte delle sinistre, mai la condanna del fascismo da parte delle destre».