Una patata bollente senza precedenti si abbatte sulla testa del sindaco Napoletano che all’epoca dei fatti sedeva ancora sui banchi universitari di giurisprudenza e mai si sarebbe immaginato di dover gestire una simile grana. Una richiesta di risarcimento per quattro milioni di euro che potrebbe mettere in difficoltà le casse comunali per i prossimi anni. Una vicenda giudiziaria che vede protagonista il comune di Trofarello, la società di logistica Geodis ed un paio di assicurazioni. La storia risale all’alluvione del 28 luglio 2014 quando i locali scantinati della Geodis Wilson furono sommersi dall’acqua. Destino volle che in quegli scantinati vi fossero anche delle tele di proprietà dell’avvocato milanese Umberto Borzi che li aveva affidati in custodia al colosso trofarellese della logistica. 35 opere d’arte dei primi decenni del ‘900: 6 quadri di Jean Fautrier, e poi Alberto Burri, Mario Sironi, Joan Mirò e Antoni Tapies.
La compagnia, con cui l’avvocato aveva assicurato le opere d’arte, la Helvetia Assicurazione, al momento di pagare per il risarcimento si tira indietro. L’avvocato Borzi quindi decide di far causa alla sua assicurazione per quelle 35 tele andate rovinate nell’alluvione. Da parte sua la Helvetia sostiene che quei dipinti siano andati rovinati anche per colpa del comune che non avrebbe fatto tutto il possibile per evitare che si rovinassero, evitando che la zona si allagasse.
Insomma nessun risarcimento e comunque non attribuendosi tutta la spesa ma divindendo il fardello con Geodis e Municipio.
In prima battuta il Comune di Trofarello, costituendosi, chiedeva che le domande avanzate nei suoi confronti fossero rigettate in primo luogo in quanto l’evento dannoso non era riconducibile all’insufficiente volume di invaso della rete fognaria del Comune ma piuttosto alla particolare morfologia della sola zona di Via Mulino Splua (ove si trovava il centro logistico GEODIS); che sussisteva piuttosto la responsabilità di Geodis e dell’avv Borzi per avere custodito le opere in locali inidonei.
La relazione CTU chiariva che «all’imboccatura del tratto tombinato del Rio Rigolfo l’alveo non era assolutamente in condizioni di permettere il transito di una portata di piena come quella verificatasi il 28 luglio 2014, stimata in circa 8,75 [m3/s]. La ricostruzione dei consulenti tecnici che hanno realizzato le perizie su cui si è basata la sentenza ha fatto emergere come dalla piena del Rio Rigolfo sarebbero poi derivate due conseguenze: la quota parte di portata non in grado di defluire all’interno della tombinatura si è riversata sulla soprastante Via Mattei, defluendo in parte lungo quest’ultima ed in parte all’interno dei piazzali dell’area GWI Spa che, seppur di poco, risultano leggermente sottoposti rispetto al piano stradale di Via E. Mattei”. In secondo luogo La tombinatura del Rio Rigolfo, all’interno della quale confluisce la rete delle acque bianche a servizio dell’area GWI Spa, è andata in pressione impedendo, di fatto, il deflusso delle acque provenienti dalle coperture e dai piazzali dell’insediamento GWI Spa, che pertanto hanno contribuito ad allagare i piazzali. Il piazzale si è pertanto velocemente allagato, con conseguente deflusso di parte dell’acqua all’interno dell’intercapedine che circonda la palazzina che ospitava le opere d’arte”… “Non appena l’acqua all’interno dell’intercapedine ha raggiunto una quota prossima ai 130 cm, una delle porte di collegamento tra l’intercapedine ed il piano fondi ha ceduto, con conseguente allagamento dell’intero piano fondi”.
Questa ricostruzione non veniva contestata neppure dal C.t.p. del Comune di Trofarello che si soffermava piuttosto sull’ inadeguatezza dei locali Geodis, in quanto costruiti in assenza delle dovute autorizzazioni e sulla presenza di due pluviali con scarico diretto sul fondo dell’intercapedine che avrebbero contribuito all’accumularsi dell’acqua».
Per i consulenti sussiste la responsabilità del Comune in quanto l’evento dannoso veniva causato dall’inadeguatezza delle opere di tombinatura del Rio Rigolfo. «Gli impianti fognari, da chiunque realizzati, infatti, una volta inseriti nel sistema delle fognature comunali, rientrano nella sfera di controllo dell’ente pubblico che, come custode, risponde, ai sensi dell’art. 2051 cod. civ., dei danni eziologicamente collegati alla cosa, salva la prova del fortuito (Cass. 6665/2009)Tale prova non può dirsi raggiunta in quanto il C.t.u., pur riconoscendo l’eccezionalità dell’evento climatico abbattutosi sui luoghi di causa, evidenziava un vero e proprio errore progettuale da parte del Comune nel dimensionamento dello scatolato del Rio Rigolfo, come dettagliatamente spiegato alle pagine 27 e seguenti della relazione. Arrivava pertanto a concludere che in mancanza di esso “il sistema di smaltimento delle acque bianche del complesso GWI s.p.a. sarebbe stato in grado di garantire senza problemi l’allontanamento dell’acqua anche in caso di eventi meteorici intensi”.
La sentenza del Tribunale ha dunque dato ragione al proprietario delle tele e condannato la società di assicurazioni a risarcire il danno imponendo al Comune di Trofarello quale responsabile oggettivo e proprietario delle infrastrutture tenere indenne l’assicurazione oltre al pagamento delle spese legali. Il sindaco Napoletano:
«La sentenza attiene ad una abbondante precipitazione atmosferica che avvenne nel 2014, che colpì anche il territorio di Trofarello. L’acqua finì in uno scantinato della società Geodis, in via Molino Della Splua dove erano custoditi molteplici quadri di valore – commenta il sindaco Napoletano – La sentenza del Tribunale di Milano ha condannato la società Helvetia, compagnia di assicurazioni del proprietario dei quadri al pagamento della somma di circa 4 milioni, e ha imposto che il Comune di Trofarello quale responsabile oggettivo e proprietario delle infrastrutture stradali e idrauliche a tenere indenne l’assicurazione oltre al pagamento delle spese legali. Non possiamo sbilanciarci. La sentenza ci è stata comunicata lunedì e abbiamo immediatamente informato i consiglieri comunali. Abbiamo attivato la nostra assicurazione per tenere indenne l’ente e certamente faremo appello perché ci sono diversi punti della sentenza che ci lasciano a dir poco perplessi. Stiamo valutando tutti gli scenari possibili, soprattutto sulla normale operatività dell’Ente. Ora si deve lavorare nell’esclusivo interesse del Comune di Trofarello, mi auspico una unità di intenti di tutte le forze politiche».
Il commento dell’avvocato Stefano Vaccino che ha rappresentato il comune: «Risulta indispensabile con l’appello far apprezzare alla Corte d’Appello di Milano le reali risultanze della ctu sull’’eccezionalità dell’evento metereologico, con un ritorno superiore ai 200 anni e soprattutto l’incongruenza della sentenza che si riferirebbe ad un errore progettuale non indicato però dal cut, in quanto le opere realizzate rispettavano le prescrizioni al tempo delle realizzazioni».