CENTRO – Sabato 2 ottobre entrerà in parrocchia il nuovo parroco Don Beppe De stefano. «Un grande distacco è lenito da un graditissimo arrivo. Abbiamo ancora tutti negli orecchi i saluti e gli applausi per don Sergio e ci prepariamo a spalancare le braccia a don Giuseppe De Stefano, Don Beppe, come ama essere chiamato, ha già avuto numerosi incontri nella nostra città: in primis le presentazioni reciproche con i Consigli Pastorali Parrocchiali delle Parrocchie SS. Quirico e Giulitta e S. Rocco. Significativa è stata la sua scelta di incontrare, tra i primi gruppi, quello dei giovani dell’Oratorio che si sono ritrovati numerosi, gioiosi e pieni di fiducia nel desiderio di don Beppe di continuare ad investire sui giovani – spiega Davide Roccati per il consiglio pastorale – L’ingresso ufficiale di don Beppe avverrà sabato 2 ottobre, festa dei Santi Angeli Custodi, con la celebrazione della S. Messa alle ore 16, all’interno del prato dell’Oratorio Don Bosco di Trofarello, con ingresso a partire dalle 15 da via Roma.
Al termine della celebrazione sarà offerto un aperitivo: per motivi organizzativi si potrà accedere solo su prenotazione via SMS o Whatsapp al numero 340 974 0241 entro e non oltre il 30 settembre. Per la partecipazione alla S. Messa non è richiesto in Green Pass mentre per partecipare all’aperitivo sarà necessario essere in possesso ed esibire il Green Pass o tampone negativo fatto nelle precedenti 48 ore, come stabilito dal D.L. n 53/2021, art. 5. Sono esenti i minori di 12 anni e i soggetti esenti sulla base d’idonea certificazione medica. Il controllo della certificazione sarà effettuato dagli organizzazione dell’evento.
Ma chi è don Beppe? «Nelle omelie parlo per tre minuti, quattro quando mi sento chiacchierone… – esordisce il nuovo parroco – Mi piace al contrario ascoltare e chiacchierare… mi piace la Chiesa tra la gente… è la missione di un parroco… Tra le mie attività evangeliche c’è la visita e la benedizione delle case e delle famiglie. I trofarellesi non si stupiscano se mi vedranno al bar, a conversare con le persone e magari anche a prendere un caffé». Una vocazione tardiva quella di don Beppe. Origini campane di Ercolano, i suoi genitori si sono sposati a Torino e qui è nato don Bepe. «Una famiglia di umili origini e di possibilità economiche modeste, ma onesti e lavoratori. Ne sono fiero». E proprio il lavoro è ciò che contraddistingue don Beppe. Perché proprio il lavoro ha sempre caratterizzato l’esordio della sua vocazione. «Nato il 9 aprile 1970, sono nato spiritualmente nella parocchia di Santa Croce, nel borgo del fumo, zona Vanchiglia. C’era un bravissimo parroco che ha guidato la comunità dal 1967 al 2009: don Giovanni Ballesio, classe 1930, un vero esempio per me, la mia fede, la mia vocazione. Un gran lavoratore che si donava alla comunità e faceva tutto per la sua gente fino allo stremo delle forze, dalla mattina alla sera. Ho studiato all’istituto Lagrange come applicato ai servizi amministrativi e poi ho iniziato a lavorare abbastanza presto, prima in un laboratorio gastronomico ormai inesistente in corso Brunelleschi per quattro anni e poi sono stato assunto alla TNT come impiegato alla direzione amministrativa. Proprio qui, agli inizi degli anni ‘90, ho iniziato a maturare la mia Vocazione. Ho sempre continuato a frequentare l’oratorio, a volte controvoglia, come tutti i giovani in quell’età. In quel periodo esistevano le zone pastorali dove andavamo per gli incontri mensili dei giovani. Iniziavo a pensare che anche io avrei potuto diventare prete. Ho un cugino che, si chiama come me, Giuseppe De Stefano, che è Francescano ed anche lui per me era un esempio. Man mano che gli anni passavano la mia vocazione maturava. Mi sono confidato con una laica consacrata che era della mia parrocchia che mi organizzò un incontro con don Nino Salietti che all’epoca era padre spirituale del seminario Minore e poi con don Marino Basso, che all’epoca era vicerettore. Spiego loro che non avevo fatto gli studi ginnasiali e che avevo necessità di lavorare. Mi hanno lasciato la possibilità di prendere il diploma magistrale lavorando e poi ho proseguito con il seminario. Nel 1995 mentre studiavo per il diploma magistrale ero già inserito nel seminario. Dal 2004 al 2010 mi sono preso una pausa e poi subito dopo ho ripreso con una esperienza a Santena per arrivare ad essere consacrato Diacono nel 2012 e sacerdote nel 2013, quando ho fatto la mia prima esperienza da viceparroco nella parrocchia del Cottolengo con don Sergio Bosco che era il successore di don Giovanni Griva. Ero convinto di restare a fare il parroco al Cottolengo ed invece sono stato destinato a Settimo Torinese come vice parroco e nel 2016 sono arrivato qui a Moncalieri come parroco a Nostra Signora delle Vittorie. Dopo 5 anni sono stato trasferito qui a Trofarello. Sono contento.
E’ una parrocchia più grande, un’impresa difficile per essere all’altezza del bravissimo don Sergio ma farò del mio meglio per fare in modo di adempiere a questa impresa così difficile. Chiedo ai trofarellesi di pregare per me perché sono agitatissimo e di starmi vicino. So che è una bella famiglia e chiedo loro di continuare così. Io farò del mio meglio».