CENTRO – Le curiosità dal web non hanno limiti. L’amministratore del gruppo di Facebook Trofarello nel cuore, Roberto Carisio, curiosando sul web, ha scovato un agriturismo che si chiama “il Truffarello”. Curiosa e particolare assonanza con il nome arcaico della Città. Abbiamo così scavato e contattato i gestori dell’agriturismo, scoprendo anche le motivazioni di questo nome inconsueto. Il Truffarello è una fattoria didattica e agriturismo immerso nella bellissima e verdeggiante campagna umbra e più precisamente nel comune di Todi. «Diamo la possibilità di trascorrere un piacevole soggiorno a tutti coloro che vogliono riscoprire le tradizioni popolari all’insegna del benessere. Attraverso i nostri percorsi e laboratori didattici offriamo una “vacanza attiva” a contatto con la natura – spiega Elisa Scentoni, gestore del Truffarello che lavora nell’azienda agricola insieme al marito Fabrizio Comodini, aiutati dal suocero Enzo Comodini e dalla suocera Clara Bececco – I locali della nostra struttura sono a disposizione per feste di compleanno, meeting ed altre cerimonie.La nostra mission è educare ad amare ed ascoltare la natura con i suoi colori, odori e suoni, promuovendo il territorio e le tradizioni popolari attraverso attività ludico-ricreative nel rispetto dell’ ambiente.
Contribuire a far crescere la cultura del cibo rispettando i cicli di produzione e riscoprendo i valori di un tempo che non si è mai fermato. Conoscevamo il paese di Trofarello e ci siamo sempre detti che ci sarebbe piaciuto visitarlo» commenta ancora Elisa Scentoni. Il perché di questa assonanza con il vecchio nome della vostra città? Cosa vuol dire in dialetto “Truffarello? «Il motivo è duplice. Intanto poco distante da qui, all’interno nella proprietà dell’azienda agraria, c’è una fonte di acqua potabile ancora attiva che si chiama proprio fonte del Truffarello. La zona ha quindi mantenuto questa denominazione. In secondo luogo il Truffarello era il nome delle anfore utilizzate per trasportare il vino. Si tratta di un’anfora di due litri e mezzo con un solo manico. Al contrario poi l’anfora da cinque litri per il trasporto dell’acqua che poteva avere due anfore aveva il nome di truffa. La casa è di proprietà di mia suocera. Tra le attività di tipo didattico, con numeri consistenti, c’è la realizzazione del pane in un forno che ha duecento anni. Si tratta della classica casa di campagna con la stalla al piano terra e gli alloggi. Tutto intorno ci sono 24 ettari di terreno per realizzare cereali a rotazione come grano, girasole, favino e olive». Insomma un’altra curiosità che in qualche modo tocca Trofarello.