CENTRO – Giunge in libreria, con una presentazione ufficiale on line venerdì 7 maggio, ore 18,30 in diretta streaming, il terzo libro del trofarellese Paolo De Martino: “Il Discepolo. Anche noi come Pietro in cammino con le nostre fragilità”. «Pietro è un personaggio che mi ha sempre affascinato… perché Pietro siamo noi! In queste 8 Lectio (meditazioni) mi sono soffermato a meditare su alcuni momenti del cammino di fede dell’apostolo, che poi è il nostro cammino, il cammino di ogni discepolo – commenta l’autore – Pietro è un personaggio eccezionale per diversi motivi: per lo spazio che occupa nel Nuovo Testamento, per la missione particolare che gli è stata affidata, per la ricchezza e la complessità del suo ruolo, per la sua successione apostolica che oggi rimane oggetto di dibattito tra le diverse confessioni cristiane.
Questo discepolo è il personaggio più controverso che c’è nei vangeli.
In lui non sembrano esserci zone grigie, ma o il bianco o il nero.
È stato invitato da Gesù a essere pescatore di uomini ed è stato l’unico a dover essere pescato da Gesù.
A lui il maestro ha dovuto ripetere il rimprovero: «uomo di poca fede perché hai dubitato?».
È benedetto da Gesù ma cinque minuti dopo è allontanato come un diavolo: «vattene via da me, Satana».
È stato chiamato a essere una pietra adatta a costruire la Chiesa, in realtà si dimostra essere una pietra dello scandalo, una pietra d’inciampo.
Giura a Gesù di essere capace di dare la vita per lui ma cinque minuti dopo spergiurerà di non conoscerlo.
Insomma Pietro non ne azzeccherà una! Aveva la capacità di parlare quasi sempre a sproposito, al momento sbagliato nel posto sbagliato.
Sappiamo che ogni evangelista, pur prendendo fatti concreti della sua vita, li sviluppa secondo la sua linea teologica. Giovanni è l’evangelista che più di tutti s’interessa alla sua figura; nel suo Vangelo, Pietro appare ben 34 volte, contro le 24 di Matteo e le 19 di Luca e di Marco.
E’ evidente che in questo personaggio gli evangelisti non fanno altro che concentrare e riassumere tutte le contraddizioni della vita del credente, del discepolo. Anche per Pietro la fede è stato un itinerario difficile, impegnativo, fatto di entusiasmo e fragilità, di continua scoperta della chiamata, della fedeltà di Dio e del suo perdono.
Noi ci portiamo dentro l’idea tremenda che il nostro essere peccatori, ci ponga lontani da Dio perché il male ci allontana da Dio. Pensiamo che Dio si avvicini a noi solo quando siamo puri, degni.
Anche Pietro pensava così (avrà fatto catechismo?).
Per fortuna il Signore la pensava in maniera diversa. D’altra parte che “bella notizia” sarebbe? La nostra storia, incasinata quanto volete, va bene così com’è – continua De Martino – Dio non ci vuole cambiare, a Lui stiamo bene così e Pietro faticherà tutta la vita a capirlo.
E’ conosciuto per la sua testardaggine ma il Signore lo è ancora di più.
È la testardaggine dell’amore. Per questo Gesù ha dedicato, a questo discepolo, più tempo, più cure e attenzione che a tutti gli altri discepoli messi insieme.
Non è per le sue qualità che l’apostolo sarà pietra, cioè garanzia di stabilità, ma perché ogni suo errore, ogni sua scivolata ha fatto emergere, la sola Pietra che tiene, Gesù Cristo. Anche il nostro cristianesimo non ha altro appoggio che la pietra di Cristo.
La figura di Pietro, oltre che a rinnovare la nostra fede, ci aiuta a ravvivare il dono della fede, dono che è sempre da approfondire, per poterlo accogliere con stupore e gratitudine.
In questo discepolo, ogni persona ci si può identificare. La storia di questo discepolo è la nostra storia.
Noi siamo Pietro. Se Gesù ce l’ha fatta con lui, può riuscirci con chiunque di noi». Classe 1971, De Martino è sposato con Valeria ed è padre di Chiara e Samuele.
Attualmente insegna Religione nelle scuole superiori. Dopo il Baccalaureato in Filosofia presso l’Università Pontificia Salesiana, ha conseguito il Baccalaureato in Teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. è socio aggregato dell’ABI (Associazione Biblica Italiana).