CENTRO – Lo Spi-Cgil si mobilità per la Giornata internazionale dei diritti della donna. Lo fa con un volantino, con cui lancia l’appello, e con un atto concreto in sede, la consegna di un rametto di mimose nella giornata della donna, lunedì 8 marzo dalle 9 alle 12. Lo fa chiedendosi cosa ci sia da festeggiare l’8 Marzo tra stupri, femminicidi e parità mancate.
«Le donne costituiscono il gruppo sociale più numeroso in Italia e in Europa, ma ancora oggi sono discriminate. Le lotte dei movimenti femministi degli anni ’70 hanno determinato conquiste importanti su diritti, pratiche sociali e ricerca.
Ma oggi l’Italia ha un tasso di partecipazione di donne al lavoro inferiore di 8 punti alla media Europea. Il tasso di attività degli uomini è ancora superiore di 19 punti a quello delle donne.
La nostra realtà non brilla neanche nel campo delle parità. Secondo il Global Gender Gap 2020, l’Italia si classifica al 76° posto dopo Botswana, Georgia e Tailandia. Addirittura al 117° posto (su 153 paesi) per partecipazione economica e opportunità». Poi c’è la questione della violenza di genere e dei femminicidi.
«Sempre in Italia ogni tre giorni una donna muore per mano del compagno o dell’ex. L’odio di genere viene coltivato quotidianamente in ufficio, nell’autobus, tra le mura domestiche. È qui che le donne vengono perseguitate, sfregiate, violentate e violate in innumerevoli modi senza che niente cambi».
E si interroga sul voto alle donne. «Su facebook una compagna si chiedeva “dove siamo arrivate oltre il voto?” ed è una domanda più che attuale oggi, perché sono 75 anni dall’introduzione del voto alle donne in Italia. Il voto alle donne ha fatto la differenza, le
donne nel segreto dell’urna hanno potuto esprimere la loro volontà senza condizionamenti, essere più libere e soprattutto essere elette. Eppure assistiamo ancora oggi alla difficoltà di esprimere e realizzare la piena parità ai vertici, come abbiamo recentemente visto anche nella nomina al Consiglio dei Ministri».
Ed infine il discorso sulla medicina di genere. «La medicina di genere o, meglio, la medicina genere-specifica si occupa delle differenze biologiche tra i due sessi nonché delle differenze più propriamente di genere legate a condizioni socio economiche e culturali e della loro influenza sullo stato di salute e di malattia. Differenze tra uomini e donne, infatti, si osservano sia nella frequenza che nella sintomatologia e gravità di numerose malattie, nella risposta alle terapie, nonché nell’accesso alle cure. Un approccio di genere nella pratica clinica consente di promuovere l’appropriatezza e la personalizzazione delle cure generando un circolo virtuoso con conseguenti risparmi per il Servizio Sanitario Nazionale.
L’appuntamento è per lunedi 8 marzo dalle ore 9 alle 12, presso la sede dello SPI-CGIL
Via San G. Bosco 2.