CENTRO – Abbiamo chiesto a Alessandra Rubiolo, psicologa, presidente dell’associazione “Autismo che fare” e mamma di un ragazzo autistico, un’opinione su questo cartone. «Imperversa su whats up l’informazione sull’esistenza di un cartone su rai yo-yo dove il protagonista è un ragazzo autistico: Pablo.
Non è una gentile concessione per una patologia minore, l’Autismo è la patologia con la più alta frequenza nell’età pediatrica. Un bambino su 50 è autistico e questo dovrebbe generare Ricerca e preoccupazione. Invece commercialmente se ne sono accorti per ora solo i “media” per l’infanzia.
L’ho guardato, devo dire che mi ha commosso poiché descrive il differente funzionamento mentale di un bambino autistico in modo metaforico ma comprensibile. E’ proprio così: Edoardo mio figlio ad esempio vede , sente e categorizza le informazione diversamente dalla maggior parte dei normotipici. L’autismo rientra nei disturbi del neurosviluppo ed il 70 per cento delle diagnosi ricade nell’autismo grave associato a ritardo mentale ed epilessia. Non si tratta dunque di valorizzare con orgoglio una differenza ma di conoscerla per aiutare il bambino ad adattarsi meglio all’ambiente e preservarlo da inutili sofferenze. Guardare il cartone è come imparare una nuova lingua, se io parlo in italiano ad un islandese non mi capirà, ma non perché è stupido. Ma solo l’autistico funziona in modo differente? Tutti siamo unici ed interpretiamo il mondo a modo nostro, come ad esempio un daltonico che non è in grado di percepire specifiche tonalità di colori così ognuno di noi è diverso per storia personale, istruzione e conformazione biologica. L’incontro con un altro essere umano è sempre un incontro di diversità ed accettare questa realtà ci permette di avere rispetto dell’altro ed allo stesso tempo ci preserva dal dolore delle aspettative ingannevoli. Mio figlio mi ha insegnato che io conosco solo la mia di mente ed interpreto la realtà attraverso questo peculiare e personale strumento ma che ognuno è diverso. Ma allora come capirsi?Esiste il cuore. E’ nell ‘esperienza pratica di genitori ed operatori che se ti avvicini ad un autistico con il cuore aperto e sereno riceverai in risposta tranquillità ed attenzione. Con il “sentire”del cuore entro in connessione con le persone ed i tanti mondi mentali diversi da me. Per farlo ho bisogno della presenza fisica. Quanti tutorial, quante informazioni ci vengono propinate, ma rimaniamo disorientati poiché non abbiamo il dato di realtà : il sentire il cuore di quella persona e la risonanza che ci suscita.
Che bella qualità umana l’empatia : anche senza parlarsi posso rispondere ad un tuo bisogno ed alleggerirti la fatica del vivere in mezzo a così tante informazioni dove non ricevi neppure un abbraccio.
Vorrei concludere cosi ma non posso. Bene per il cartone come detto ma passiamo dalla fiction alla realtà.
Centri diurni chiusi durante il loock down e mai riaperti a pieno regime.
La Regione ha risparmiato senza mai dare “ristori” alle famiglie e l’attivazione dell’assistenza domiciliare in alternativa non avviene in automatico
La scuola italiana fiore all’occhiello per l’inclusione scolastica dei disabili trasformata in un “ghetto”. Le attività per i normotipici definite sportive quali piscina , calcio, per i disabili erano riabilitative ma sono state fermate indistintamente per tutti.
Mio figlio è in ospedale per un aggravamento comportamentale di autolesionismo dovuto al cambiamento ambientale seguente alla pandemia e siamo in attesa di entrare in una comunità ora chiusa ai nuovi ingressi causa Covid. Davvero saltare di felicità per un cartone animato su rai yoyo? Penso che le famiglie debbano combattere unendosi in associazione per i diritti dei loro figli che da soli non sono in grado di farlo. Il diritto alla cura, all’istruzione, al lavoro. Stiamo perdendo molto di più che la salute fisica».