CENTRO – Trofarellese doc, trasferitasi a Roma per lavoro, Giorgia D’Errico da tempo ha intrapreso la strada della scrittura. Fra qualche giorno sarà presentata a Roma la sua ultima fatica editoriale, Maschile Singolare. Abbiamo raccolto, tramite WhatsApp, i suoi commenti legati a questo suo ultimo lavoro letterario. Il 25 febbraio esce il tuo nuovo libro, Maschile Singolare, esattamente 2 anni dopo il tuo primo libro “Femminile Plurale”: 3 parole chiave con cui puoi descrivercelo in anteprima?
«Lavoro, Condivisione, Dialogo: queste sono forse le parole che possono descrivere questa ultima fatica, quasi tutta scritta durante il primo lockdown. Su 10 uomini intervistati, sono riuscita a fare solo tre interviste dal vivo, tutto il resto via telefono o via Skype».
Per te è stato più facile entrare nei racconti delle donne o in quelle degli uomini protagonisti dei tuoi libri?
«Mi verrebbe da dire con le donne perché si sono affidate con più facilità. Forse gli uomini inizialmente si sono sentiti sotto processo ma dal mio punto di vista è stata una prova non da poco. Ero onorata già di aver potuto raccontare le storie di dieci donne, trovare dieci uomini che facessero la stessa cosa a mio avviso non era scontato».
Femminile Plurale vs Maschile Singolare, quanta strada dobbiamo ancora percorrere per un maschile plurale?
«Probabilmente manterremo sempre le caratteristiche dell’uno e dell’altro, l’obiettivo però è di riuscire a trovare un linguaggio comune o almeno di arrivare a una reciproca comprensione».
Qual è il filo rosso che unisce le storie dei 10 protagonisti di “Maschile Singolare”?
«In realtà le storie sono molto diverse tra loro perché ho provato a intervistare uomini di età diverse e professioni anche particolari. Dipendenti, lavoratori autonomi, lavoratori del soccorso, startupper, ricercatori per provare a vedere il mondo con i loro occhi, alla luce dei nostri tempi». Il mondo del lavoro in quest’ultimo anno ha subito profondi cambiamenti, spesso i genitori hanno dovuto destreggiarsi tra Smart Working e DAD, quali sono state le differenze tra uomini e donne, se ce ne sono state?
«Credo siano emerse le difficoltà di conciliazione e di collaborazione che già c’erano, con la differenza che probabilmente in questa situazione si sono acuite e la maggior parte dei carichi sono andate sulle donne. Posso confermare però, che in ‘Maschile Singolare’ ci sono storie che vanno nettamente in contro tendenza».
Com’è nata l’idea di scrivere Maschile singolare e perché ne hai sentito il bisogno?
«Poco dopo la pubblicazione di ‘Femminile Plurale’, ho rivisto ad una cena i miei compagni delle elementari. Alcuni di loro sapevano che avevo scritto un libro sulle donne e un compagno mi disse: ‘ adesso devi intervistare anche noi. Anche noi maschi abbiamo delle cose da dire’.
L’idea mi piacque subito e poco dopo ne parlai con l’editore che trovò immediatamente il titolo e che mi chiese di provare a scrivere un libro speculare ma al maschile. Quanto al desiderio di scrivere anche del ‘maschile’ è perché se non iniziamo a provare a dialogare sui temi come la condivisione e a capire cosa possiamo avere in comune non credo che potremo migliorare. Inutile nascondere che con gli uomini abbiamo linguaggi e modo di pensare completamente diversi».
Quando sarà la prima presentazione?
«Inizio giovedì 25 alle 18 sulla pagina Facebook della Round Robin Editrice, insieme a Riccardo Staglianó, giornalista de Il venerdì di Repubblica e Tiziano Rugi».