Da qualche tempo sulla mia scrivania staziona una volpe. Un’amica furba che mi aiuta a superare le mie risapute ingenuità. «Dì… cosa fai per Natale?» ha esordito l’altro giorno la mia volpe. «Non so. Credo starò a casa. Probabilmente a sistemare mobili e libri per il trasloco che spero di realizzare entro fine anno» rispondo alla mia volpe. «Vedi di spicciarti perché rischi di stare barricato in casa. Qui la situazione sta sfuggendo di mano. Non li leggi i giornali?» Certo che li leggo ma spero che la situazione migliori. «Mmmmhhhh. Non credo proprio. Voi umani non avete ancora capito cosa sta succedendo. Possibile che ci sia qualcuno che pensa che si possa ignorare tutti questi morti. E c’è anche chi pensa di poter mettere le luci di Natale o installare casette dove vendere quattro biscotti o ancora peggio far pattinare su ghiaccio decine di bambini insieme al Covid. è ora che voi umani iniziate a sfoderare tutte quelle belle parole sul senso del Natale, la famiglia, lo stare in casa. Altrimenti il ghiaccio lo cercherete nel frigo dell’obitorio». Ma come sei antipatica oggi. «Non sono pagata per la simpatia ma per realismo ed obiettività. Metti nel cassetto i pattini e tira fuori il tacchino che lo farciamo».