L’amministrazione Visca perde i pezzi. E, per assurdo, tutto succede a causa di una strizzata d’occhio al consigliere di opposizione Emilia Tiso, alla quale nelle settimane scorse Visca ha assegnato l’incarico per un aiuto nella gestione della prevenzione del Covid 19 all’interno delle scuole trofarellesi. Una scelta, per il sindaco, dettata dalla profonda esperienza, sia in campo scolastico che in campo sanitario del consigliere Tiso, che però ha gettato nello sconforto l’assessore alla scuola Paola Bertelle che ha letto questa decisione del sindaco, non condivisa con il resto della maggioranza, come una palese mancanza di sfiducia nei suoi confronti. E così, dopo il defenestramento dell’avvocato Stefania Grazini, arrivano le dimissioni del consigliere Giuseppe Scaglia dalla carica di presidente del consiglio comunale, il più votato dell’ultima campagna elettorale e dell’assessore alla cultura, scuole e volontariato Paola Bertelle. Due dimissioni che hanno un bel peso e che metteranno in crisi la giunta Visca, se non altro per il rispetto del rispetto delle quote rosa che la legge impone alle amministrazioni civiche.
«Ho ricoperto per quattro anni questo prestigioso incarico con piacere, lealtà, onestà ed imparzialità. Ho sempre sostenuto ed appoggiato le decisioni dei sindaco, ma ad oggi, non condivido più il suo modo di amministrare il paese, ma ancor meno il modo di relazionarsi con i componenti del gruppo di maggioranza – esordisce Giuseppe Scaglia – Dopo le gravi affermazioni fatte da lui stesso a tutti i membri del gruppo (me compreso) ed il suo rifiuto al confronto con chi doveva sostenerlo, sono giunto alla decisione di recedere dalI’incarico. E’ stata una scelta difficile e combattuta. Perché non posso dimenticare di essere stato eletto con tantissime preferenze. Per me è stato un onore rivestire questo ruolo. Le ultime vicende amministrative mi hanno trovato in disaccordo. Ne è scaturita una mancanza di fiducia reciproca, elemento essenziale per chi vuole amministrare un paese. Ritengo, pertanto, che non esistano più le condizioni per poter esercitare queste funzioni. Non sarebbe giusto continuare ad occupare una posizione di così alto prestigio, per un insieme di cause politiche e personali. Continuerò a ricoprire il mio ruolo da Consigliere Comunale» conclude Scaglia che però fa intendere che non necessariamente resterà nel gruppo di maggioranza.
Rinuncia alla carica di assessore invece Paola Bertelle, incarico che ricopriva dal 9 giugno 2016. La Bertelle rassegna le proprie dimissioni con una lunga ed articolata lettera che poi integra ancora con una lunga intervista fiume. E’ un fiume in piena la Bertelle. Un susseguirsi di avvenimenti raccontati che fanno emergere un malessere che si nasconde tra le pieghe di quattro anni ed una manciata di mesi di amministrazione ed insoddisfazioni per essere stata trattata come una sorta di Cenerentola della giunta, inascoltata e non valorizzata. «Ho provato a proporre, con il cuore in mano e l’umiltà della principiante che però ci mette anima e corpo, ogni genere di attività ed iniziativa di tipo culturale, ma ho quasi sempre ottenuto dei rifiuti alle mie proposte». E’ arrabbiata la Bertelle, amareggiata ma soprattutto delusa per non essere riuscita a portare fino in fondo il proprio incarico. La classica goccia che fa traboccare il vaso che mette in rilievo come questa maggioranza non sia e non lo sia forse mai stata negli ultimi tempi, coesa ed unita come il sindaco Visca ha sempre invece dipinto.
«Ho lungamente riflettuto prima di prendere questa sofferta decisione, ma ritengo che se ci si accorge di non godere più della fiducia di colui che ti aveva conferito il compito di raggiungere certi risultati, la cosa più onesta da fare sia farsi da parte. Dal canto mio non ho nulla di cui rimproverarmi. Gli obiettivi che erano stati proposti in sede di presentazione del programma elettorale, per quanto di mia competenza, sono stati perseguiti e sempre realizzati. Molto di più mi rendo conto, avrei potuto conseguire, se la mia inesperienza in campo politico non mi avesse destinato ad una posizione marginale rispetto a chi, dei miei colleghi assessori di lungo corso, ha avuto l’opportunità di crescere nelle precedenti amministrazioni. Ma il sindaco nei mesi scorsi, ha pubblicamente dichiarato “non sono mai stato così solo nell’amministrare questa città”. E questa esternazione mi ha personalmente ferito enormemente perché ha avuto l’unico scopo di addossare sui collaboratori, di fronte all’opinione pubblica, un modo di fare voluto. Sentirsi definire non collaborativi quando la verità è sempre stata esattamente il contrario, è avvilente. Ma i tempi non erano quelli più consoni a suscitare polemiche. Occorreva mantenere la calma e continuare a lavorare a testa bassa per il bene del paese. Solo in questi ultimi giorni si è verificato un ulteriore comportamento irrispettoso che mi ha portato nuovamente a domandarmi se fosse doveroso rimanere ancora in silenzio. La risposta che mi sono data è stata quella di rimettere le deleghe conferitemi. L’episodio che mi ha fatto prendere tale decisione è legato alle recenti competenze attribuite ad un membro dell’opposizione in consiglio. Compiti che afferiscono al settore di competenza attribuitomi. Questo comportamento è gravemente offensivo della mia persona in quanto membro della maggioranza, sia in quanto assessore sia come donna. È una decisione presa non solo senza concordare con me l’opportunità della scelta della persona a cui conferire l’incarico, ma addirittura senza comunicarlo. Sono venuta a conoscenza di questa decisione, (l’assegnazione dell’incarico di coordinatore dell’emergenza Covid nelle scuole al consigliere Tiso, ndr) attraverso i social network. Anche in questa circostanza ho voluto seguire la strada del dialogo e volendo comunque capire cosa avesse motivato una tale decisione ho chiesto un confronto all’interno della maggioranza. Tuttavia da parte del sindaco c’è stata in tal senso una totale chiusura ed indisponibilità a confrontarsi realmente in proposito. Il sindaco, in tale occasione, a fronte della mia insistenza, poiché era chiaro l’intento di sabotare l’incontro, ha palesemente sfiduciato tutta la sua maggioranza escluso il vicesindaco. Le sue parole sono state forti ed inequivocabili: «Io non mi fido di nessuno. Solo del vicesindaco Tomeo». La decisione dell’incarico a Tiso risulta essere del tutto incoerente con quanto fatto e detto dallo stesso sindaco solo recentemente riguardo ad un altro componente della giunta. Le stesse obiezioni che il sindaco ha evidenziato in quell’occasione, che potevano essere condivise nell’avvalorare la sua scelta di revocare le deleghe ad un componente della maggioranza, non hanno poi, in quest’occasione, frenato lui da conferire compiti ad una persona, che per quanto io stimi personalmente in grande misura, fa parte dell’opposizione consiliare. Quindi una mossa anche eticamente scorretta. Alla luce di questi giochi di potere rimanere in silenzio è per me diventato intollerabile quindi ho ritenuto opportuno nell’interesse del paese, fare un passo indietro e lasciare, a chi meglio e più di me saprà portare avanti questo compito. La mia strada inizia oggi, sono pronta a confrontarmi e a dialogare con chi potrà condividere il mio percorso. Non posso più condividere il suo modo di amministrare che ha dimenticato tra l’altro l’umiltà dell’ascolto a causa, forse, del troppo tempo di governo sulle spalle. Intendo comunque proprio per il rispetto che ho nei confronti di coloro che hanno visto in me una loro rappresentante rimanere in consiglio comunale per vigilare sul proseguimento della vita amministrativa perché realizza il programma elettorale a suo tempo presentato».
Sempre oggi anche un’altra lettera è stata consegnata in comune. Si tratta della costituzione del gruppo misto da parte dell’avvocato Grazini, avvocato penalista ed ex assessore con le deleghe ai lavori pubblici. «Il mio lavoro sarà svolto in continuità con quello che fino ad oggi ho realizzato all’interno di questo consiglio comunale: voterò con il massimo senso di responsabilità e impegno e rispetto del mandato ricevuto dal mio elettorato. Mi impegnerò a svolgere una opposizione attiva e costruttiva a tutto ciò che possa danneggiare o non salvaguardare il bene della nostra collettività. I recenti avvenimenti politici, che si sono verificati in questi ultimi tempi, hanno determinato e mi hanno obbligato a questa sofferta decisione della quale non posso esimermi a causa del trattamento che mi è stato riservato da quello che ritenevo essere mio sindaco nel quale ho risposto la mia massima fiducia e, al quale, ho fornito sempre il mio consiglio e il mio sostegno nelle decisioni, anche le più difficili».
Come risponde il sindaco a queste tre lettere che gli sono piombate sulla testa?
«Mi sono ritrovato queste tre lettere. Ne prendo atto e vado avanti.
Trofarello ha bisogno di amministrazione e le persone che vogliono amministrare il paese per fortuna non mancano». Sindaco Visca ma la magigoranza terrà? «I numeri per andare avanti ci sono. La questione Tiso, portata avanti da Bertelle, non ha senso. La nomina di Tiso non ha toccato minimamente le deleghe e le competenze dell’ormai ex assessore Paola Bertelle. Risultano quindi motivazioni pretestuose.
Io ne avrei tanto da dire su questo assessore ma prima di tutto è bene amministrare. Non ho bisogno di abbandonarmi ed abbassarmi a beghe di condominio. Ora per esempio sto lavorando per riaprire il canale di comunicazione con i cittadini attraverso la pagina facebook, cosa che non posso fare per improvvide azioni che tecnici ed avvocati stanno appurando». E con questa ultima dichiarazione Visca da un chiaro segnale a questo neonato gruppo di opposizione.
A proposito di opposizione. Ancora frastornata per il viaggio di ritorno dalle vacanze
Anna Friscia del Movimento 5 Stelle non può rinunciare ad un così ghiotto boccone fornito in questi scampoli di fine estate: «Più che perdere pezzi l’amministrazione Visca si è ormai disintegrata. Una giunta nata per dar spazio ai giovani ma che ai giovani non permette di fare nulla, è già durata troppo. Ricordiamo che prima è uscita la Lega, poi la Grazini, ora Bertelle, Scaglia dimesso dall’incarico. In sostanza rimangono sempre i soliti noti da decenni ,che per vincere le elezioni hanno cercato alleanze con i leghisti di destra e i moderati di sinistra, illusi e poi cacciati entrambi.
Ora teoricamente dovremmo essere più in opposizione che in maggioranza. Il sindaco prenda atto e rimetta il mandato».
Si preannuncia una calda e lunga campagna elettorale.