CENTRO – Martedì mattina 23 giugno, alle 5,30, si è spento improvvisamente, stroncato probabilmente da un infarto, Aldo Zaza, classe 1962. Orgogliosamente trofarellese. Non posso non emozionarmi parlando di Aldo. Non posso non emozionarmi perchè Aldo era emozione. Lo conoscevo dai tempi del Col del Mulo e poi dai tempi della creazione della Croce Rossa e poi dai tempi della guerra nella ex Jugoslavia e poi ancora dai bimbi di Mostar e poi, e poi, e poi, dalla pandemia del fatidico 2020. Perché Aldo Zaza c’era sempre. Quando l’anno scorso, con mille sacrifici, ho preso il locale che oggi ospita il giornale, Aldo venne a darmi il bianco. Perché io avevo fatto il soffitto con le prolunghe ma non riuscivo a nastrare il perimetro. Lui aveva il trabatello e quindi si offrì di venirmi a fare il perimetro della sede. Aldo aveva il suo carattere, a volte intemperante, ma fresco, buono e genuino. E mentre fisso la sua foto davanti al ponte di Mostar ricostruito, dove era stato ad aprile del 2019, dopo 25 anni, non posso pensare a quante volte l’ho incrociato nella mia vita. Faccio fatica a dire e scrivere quanto abbia lavorato Aldo per questo paese. Il suo impegno in pro loco ed attualmente come volontario in parrocchia per gestire i movimenti dei fedeli, in questo periodo di pandemia. E poi i filmati dalla finestra di casa sua che mi mandava tutti i mercoledì. Terribili… perché la sua mano nel girare non era proprio ferma… ma testimonianza del fatto che comunque lui c’era ed era lì ad aiutarmi a fare il mio lavoro. O le pillole di storia del professor Oliva che tutte le mattine mi inoltrava appena pubblicate. Sono certo di aver dimenticato altre cento cose che ha fatto Aldo per Trofarello. Ma sono certo che a lui, che poi in fondo era un timido che amava la discrezione, andrà bene così. E anche in questo ultimo saluto ha voluto rendermi partecipe come sempre a suo modo, con discrezione. Questa mattina sono stato probabilmente il primo a sapere della sua scomparsa, al di fuori della sfera familiare. Sono passato dalla redazione per caso ed ho incontrato la sorella Rosanna che mi ha dato la notizia. Un caso perché di mattina non passo mai in redazione e probabilmente se non fossi passato non l’avrei saputo fino a questa sera e non avrei potuto preparare questo ricordo di Aldo sul giornale. L’ultimo prima dell’interruzione estiva. Quest’uomo buono ha voluto salutare i suoi concittadini con discrezione. Un ultimo pensiero vorrei rivolgerlo alla famiglia: splendida ed esemplare. Unita e granitica nella sua compattezza, nonostante le mille difficoltà che i fratelli e le sorelle hanno sempre affrontato insieme. Oggi con la moglie Iveta. Adorata da Aldo. Sono certo che molti si staranno chiedendo perché una scomparsa così repentina. I piani di Dio sono incomprensibili agli uomini ma certamente tutto ha un suo perché. Addio Aldo e grazie per essere stato tra noi.
Roberto D’Uva