CENTRO – Gestire da Londra un gruppo di camere in affitto a Torino per il mondo del Business e del turismo. Coautore di questo nuovo mezzo per gestire i locali a distanza di una GuestHouse è il trofarellese Paolo Parisella che da qualche tempo ha dato alle stampe “Europroms Torino”, diario di un soggiorno da sogno che tra qualche settimana sarà anche tradotto in inglese. Paolo ed il suo collega Francesco Cometto sono entrambi geometri che hanno deciso di abbandonare le loro carriere per dedicarsi alle loro passioni: viaggi ed automazione, creando una Guesthouse recuperata da un vecchio appartamento in disuso, una smart guesthouse ad automazione avanzata. «Praticamente, ho creato un sistema automatizzato per gestire la struttura da remoto. Una GuestHouse è una via di mezzo tra la pensione ed il bed and breakfast: si tratta di una struttura dedicata interamente ai turisti, molto simile ai B&B per quel che riguarda il trattamento di pernottamento e di prima colazione – spiega Parisella – Siccome ho sempre sofferto la sedentarietà e non volevo essere legato ad un posto in particolare, ho voluto creare un sistema che mi potesse dare uno stipendio senza essere legato ad un posto fisso.
Così ho iniziato a pensare come poter avere una attività che funzionasse, ovunque mi trovassi. Tra l’altro é stata una scelta veggente, poiché in tempo di Covid ero uno dei pochi che poteva avere ospiti proprio grazie a questo sistema informatizzato di gestione del cliente. Per me é stata una spinta positiva perché sono stato contattato da due grossi gruppi alberghieri interessati ad acquistare questo sistema ed avere consulenza per adattare questo sistema nelle loro strutture».
Ma come è nata la vostra idea? «Al termine di un progetto lavorativo durato 2 anni, io ed il mio collega Francesco Cometto avevamo avuto modo di conoscerci meglio e scoprire una passione comune: quella per i viaggi. Il nostro ultimo progetto edile era stato profeticamente espletato in un albergo 5 stelle lusso. Alla fine di quel progetto, l’idea comune di create un affittacamere di elevato livello, si era unita in un grande pensiero che dopo un paio di anni sarebbe diventato “Europrooms”. Entrambi nella nostra carriera abbiamo sempre prediletto le sfide e le opportunità di usare un alloggio completamente distrutto ed inutilizzabile, in una Città che sembrava essere arrivata alla fine del suo periodo industriale sembrava esattamente una sfida piuttosto impegnativa che doveva essere vinta- continua Parisella – Ogni volta che qualche cliente ci chiamava per affidarci un incarico edile era un’emozione indescrivibile. Sapevamo che al termine di quel lavoro, avremmo potuto proseguire i Iavori. Furono 10 mesi difficilissimi ma molto divertenti. Era oramai ottobre e le spese finali erano altissime. Non volevamo però rischiare di perdere la stagione invernale. Decidemmo quindi di iniziare a vendere le camere anche se non erano ancora state finite per utilizzare i proventi delle vendite per finire la sistemazione. Il problema principale fu quello di fare le foto alle camere che non erano ancora ultimate. Non trovando nessun fotografo che si prestasse a tale sotterfugio, iniziammo ad autoprodurre i primi scatti spostando l’arredo di stanza in stanza ed avendo cura di non far comparire le parti mancanti nelle foto. La cosa divertente fu che, non potendo investire soldi per l’acquisto di una fotocamera in quel momento, ne prendemmo una in un negozio che offriva 7 giorni di prova che restituimmo dopo aver realizzato il book fotografico. Ora il sistema è collaudato ed il libro che abbiamo pubblicato raccoglie decine e decine di commenti e recensioni lasciati dai nostri clienti, oltre a curiosità di come visitare Torino. Nel libro spieghiamo in cosa consista il nostro check in informatico e come si gestisca la chiave elettronica per accedere alle camere. O ancora spiega perché per scelta aziendale il suo sistema di GuestHouse non fornisce la colazione. Per finire con la spiegazione di alcuni detti e la narrazione di alcuni episodi emblematici della storia di Torino».