Curare l’inconscio con l’ipnosi

Paolo Bergaglio

CENTRO – Curare l’nconscio con l’aiuto dell’ipnosi. Ad utilizzare questo strumento di cura di ansie, depressini ed altri disturbi è il dottor Paolo Bergaglio che da qualche mese ha scelto Trofarello come sede di residenza e della sua attività professionale. Laureato nel 1974 in Pedagogia ad Indirizzo Psicologico (così definite le prime lauree in Psicologia) e specializzato in Ipnosi Clinica nel Maggio 1974 con il Prof. Franco GRANONE, Fondatore e CapoScuola della Scuola Italiana di Sofrologia (termine antico dell’ Ipnosi), ed in Psicoterapia Psicoanalitica Junghiana, Bergaglio ho iniziato a lavorare nel proprio studio privato nell’autunno del 1976. Dottor Bergaglio cosa è l’Ipnosi?
«L’ipnosi è uno stato alterato di coscienza e questo significa che il soggetto è indotto, per mezzo di movimenti ed esercizi specifici, a chiudere gli occhi ed a disattivare quattro dei suoi cinque sensi, lasciando attivo esclusivamente il senso dell’udito, concentrato sulla voce dell’induttore o psicoterapeuta. In tal modo il soggetto scivola in uno stato di rilassamento più o meno totale, molto simile al sonno».
Cosa dice la Scienza Ufficiale?
«Lo stato ipnotico è stato riconosciuto reale grazie anche agli studi neurofisiologici realizzati con la TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) e la PET ( Tomografia a Positroni) ed ultimamente con le tecniche di Neuroimaging a colori che evidenziano come, sotto ipnosi, zone diverse del cervello assumano colorazioni diverse».
Chi ha inventato l’Ipnosi?
«L’ipnosi esiste da quando esiste l’essere umano. Uno dei primi ad utilizzare l’ipnosi come tecnica terapeutica fu il medico tedesco Franz Anton Mesmer (1734-1815) dando origine ad una metodologia allora definita “ Mesmerismo”. Negli anni successivi fu poi abbandonata e ripresa solo sul finire dell’ ‘800 dal Prof. Charcot all’Ospedale Salpêtrière di Parigi. Suo allievo fu Sigmund FREUD, il quale, dopo averla utilizzata per un certo tempo come tecnica terapeutica fine a se stessa, la abbandonò successivamente passando ad elaborare una nuova tecnica: la Psicoanalisi».
A cosa serve l’ipnosi?
«L’Ipnosi ha la capacità di attivare e/o rinforzare le attitudini esistenti in ognuno di noi per affrontare ed elaborare le proprie difficoltà al fine di risolverle, attivando una vera e propria auto guarigione e permettendo quindi di raggiungere la soluzione dei propri problemi per un equilibrio armonico e duraturo.
L’ Ipnosi è il sentiero per raggiungere l’inconscio, perciò è anche definibile “stato di sogno artificiale” .
L’Ipnosi è particolarmente indicata per la risoluzione degli stati di ansia e di panico.
Con l’ipnosi si possono risolvere problemi di insonnia, si guarisce dalle fobie di vario tipo, anche le più radicate, si risolve il grande problema dell’enuresi notturna (pipì nel letto durante la notte) tipica in molti bambini ma anche in diversi adolescenti, si può ottenere un ottimo contributo nella soluzione delle depressioni ed è anche un valido strumento di preparazione al parto pilotato.
Un team di scienziati Russi ha dimostrato sperimentalmente che l’ipnosi è in grado di aumentare la memoria, la concentrazione e, soprattutto, la creatività.
Si può anche utilizzare l’ipnosi regressiva per ricordare eventi passati sperduti nel nostro archivio mentale, ma è un tipo di intervento molto delicato e quindi, in linea di massima, sconsigliabile».
Tutti possono essere ipnotizzati?
«In linea di massima si, chi più chi meno. Vi sono persone più predisposte a raggiungere livelli di profondità maggiore, ma mediamente il 70 % raggiunge livelli più che soddisfacenti per ottenere un valido contributo nell’intervento psicoterapeutico. Sono per altro rare le persone del tutto refrattarie all’ipnosi».
Posso essere ipnotizzato contro la mia volontà?
«No, L’ipnosi richiede sempre la cosciente accettazione da parte del soggetto ed un miglior risultato lo si ottiene tanto più quanto più il paziente partecipa con piena determinazione».
L’ipnosi può creare dipendenza ?
«Assolutamente no, anzi esattamente al contrario in quanto uno degli scopi dell’ipnosi è proprio quello di stimolare nel soggetto l’incremento della propria capacità di autonomia ed autosufficienza, svincolandosi dalla dipendenza dai propri sintomi nevrotici».
Ricorda un episodio particolare della sua lunga carriera?
«Un caso abbastanza attuale del quale mi sono occupato in questi ultimi tempi è quello di una ragazza trentenne colta da improvvise crisi di panico assolutamente ingiustificate dalla situazione della sua vita quotidiana e che da oltre un mese le impedivano di percorrere con la sua automobile una decina di km di autostrada per raggiungere, partendo dalla propria abitazione, il suo luogo di lavoro.
La sintomatologia era pressoché la medesima di quella delle classiche manifestazioni di panico: esplosione tachicardica e senso di soffocamento, sudorazione intensa, tremore agli arti inferiori, senso di annebbiamento della vista, ma soprattutto un fortissimo desiderio di “scappare” (pur non sapendo né dove né da che) ed il tutto tale da costringere la paziente a fermarsi con l’auto ai bordi della carreggiata per molto tempo, facendola giungere in ritardo in ufficio. Gli episodi si sono intensificati al punto tale da costringere la paziente a mettersi in malattia, rimanendo così chiusa in casa, essendo risultati vani i vari tentativi psicofarmacologici.
Dopo un certo numero di sedute di Ipnosi, unite ad un adeguato percorso psicoterapeutico, la ragazza ha ripreso a lavorare ed i sintomi sono regrediti sino alla loro totale remissione».
Ha riscontrato nei suoi pazienti qualche paura, riflesso negativo legato al momento che stiamo vivendo tra coronavirus e incertezza economica/politica/sociale? «In questi mesi di pandemia e di chiusura totale, una mia ex paziente mi ha chiamato perché molto preoccupata per la propria figlia di 13 anni.
La ragazzina, costretta a rimanere in casa per le restrizioni dovute all’epidemia del Covid 19, e quindi isolata dalle amiche e dagli insegnanti, e bombardata dagli allarmi trasmessi dai mass media, era entrata in panico, faceva fatica ad addormentarsi, non voleva più dormire da sola nella propria cameretta, aveva perso totalmente l’appetito, piangeva spesso.
Sono state sufficienti poche sedute di ipnosi sempre corroborate da buon colloquio psicoterapeutico per riportare la serenità nella fanciulla con riconoscente gratitudine della mia ex paziente».

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