CENTRO – Sono piovuti quasi 130 millimetri di acqua e ghiaccio tra domenica e lunedì. Una furia che ha distrutto molti giardini ed orti e che nei prossimi giorni farà contare i danni. «Al momento non abbiamo ancora i dati su eventuali danni ma pensiamo di chiedere lo stato di emergenza a priori» commenta il sindaco Visca. «Un temporale tra i più seri che abbia mai osservato a Trofarello quello di domenica. Sono caduti 80 centimetri di precipitazione tra grandine e pioggia – commenta il geologo Domenico Tropeano – Una grandinata che potrebbe avere messo a dura prova i prodotti del territorio. Certamente il meteo prevede altri rovesci. La stagione futura è quella che si presterà maggiormente a questo tipo di eventi meteorologici con temporali violenti».
Salvati dalla vasca di laminazione
CENTRO – Poteva andare peggio. molto peggio il nubifragio di domenica scorsa che ha buttato sott’acqua la parte bassa della città con 80 milimetri di pioggia e grandine. La vasca di laminazione costruita all’inizio del secondo millennio ha permesso di mitigare la forza delle acque scese dalla collina. Con l’aiuto del geologo Tropeano facciamo la storia di questo lavoro di ingegneria idrogeologica. «Le vasche di laminazione sul Rio San Giuseppe, costruite nei primi anni 2000, hanno lo scopo di “laminare”, ovvero smorzare, un eventuale apporto improvviso di elevati volumi d’acqua in seguito a violenti acquazzoni, come infatti succedeva negli anni precedenti, con allagamenti improvvisi e abituali a ogni temporale, a danno dell’abitato della piana sottostante. Problema che si era andato acutizzando nel tempo, con l’espansione dell’abitato anche verso la collina e per tale motivo più volte veniva interrotta la strada (Via Duca degli Abruzzi) con auto a volte intrappolate nella fanghiglia – spiega Tropeano – Dato che in altri Paesi collinari, che soffrivano di problemi analoghi, era stato realizzato con successo un sistema di moderazione delle piene improvvise di fossi e rii, si decise di applicare tale soluzione anche al Rio San Giuseppe, il cui bacino idrografico (di raccolta delle acque), dell’area di circa un chilometro quadrato, per effetto di temporali intensi diventa una vasta superficie di ruscellamento, e la massa d’acqua deve essere regimata poco alla volta con la formazione di invasi temporanei, dei veri e proprii laghetti. In tal modo anche la fanghiglia e i detriti hanno modo di depositarsi senza ostruire l’imbocco della tubazione sotterranea che scorre a lato di Via Duca degli Abruzzi. Il sistema di protezione è così costituito da 5 “piazze” di deposito, in sequenza verso valle, che vanno però mantenute periodicamente pulite da detriti e arbusti che dovessero formarsi nel tempo. Anche con la furiosa grandinata e acquazzone del 7 giugno il sistema ha così funzionato, evitando si creassero problemi nella zona abitata, e mantenendo la portata di piena del rio su un valore costante di circa 0,4 metri cubi al secondo. La foto, ricavata da Google Earh, è riferita all’anno 2008, a pochi anni dalla costruzione delle vasche, ben visibili al centro della foto. Sono separate da argini trasversali, al centro dei quali una sagoma trapezoidale (a “stramazzo”), obbliga il flusso d’acqua a passare depositando poco alla volta il suo carico di materiale fangoso».