CENTRO – Anche Matteo Pontonio piange suo padre Michele, 81 anni, ospite alla Trisoglio dal 2018. Ora chiede giustizia e sta cercando di contattare i parenti degli altri ospiti deceduti per valutare una class action. «Di mio padre sappiamo che per tutto il mese di marzo era diventato inappetente. Ma, essendo affetto da una demenza senile, avevamo attribuito a questa patologia, la scarsa alimentazione. Ci avevano anche accennato a qualche linea di febbre. Verso fine mese mio fratello mi comunicava che papà aveva avuto febbre e polmonite. Penso che avrebbero dovuto avvisarci prima del 27 marzo.
Ci hanno comunque sempre rassicurato sul fatto che stesse andando tutto bene e che anzi si era anche ripreso, mettendosi anche a mangiare un po’ di più – spiega Matteo Pontonio – Poi il 5 aprile ci hanno chiamato per dirci che papà era andato in coma e nella mattina del 6 aprile è venuto a mancare. Non so se la casa di riposo Trisoglio ha preso tutte le precauzioni ed ha fatto i tamponi ma sta di fatto che in tutte le telefonate che abbiamo fatto nel mese di marzo ci hanno solo preso in giro. Ci hanno detto che tutto andava bene, che stavano arrivando i tamponi. Io non so altri pazienti hanno vissuto la mia avventura. Non abbiamo visto mio padre per 30-40 giorni e poi l’abbiamo perso così. Non sta né in cielo né in terra. Ci hanno detto che gli hanno somministrato della morfina per limitare gli spasmi – conclude Pontonio – Ora sto cercando di mettermi in contatto con gli altri parenti della struttura per cercare di capire se possiamo unirci e promuovere una causa comune per la difesa dei diritti dei nostri cari scomparsi ed onorare la loro memoria. Chi volesse contattarmi può farlo scrivendomi all’indirizzo di posta elettronica Matteo1265@live.it».