Vivere da mamma, figlia ed imprenditrice al tempo del Coronavirus

CENTRO - La paura per un contagio non è semplicemente il timore di restare infettati ma anche quella di coinvolgere figli e genitori. Barbara Germano è cotitolare dell’autoscuola di Trofarello, protagonista, insieme alla figlia, di una vicenda sanitaria rendendo il fisico inadatto a cure pesanti di quest’ultima. «Come vivo questo periodo?
Come madre di una figlia che è stata recentemente sottoposta a cure oncologiche molto pesanti, non nego una certa preoccupazione. Come figlia di un padre anziano con problematiche respiratorie, anche – esordisce Barbara – Come cittadina mi rendo conto che non sempre c’è quello spirito di comunità che sarebbe necessario nelle situazioni di crisi. Come insegnante di scuola guida ed educatrice stradale, trovo tante analogie con la scarsa attenzione alle norme di sicurezza previste quando usiamo un veicolo. Come autonoma noto un grande sacrificio economico richiesto alle piccole attività, che è però necessario per superare velocemente il problema e ritornare alla quotidianità. Magari sarà l’occasione per considerare in modo più attento le criticità del nostro settore.
Oggi tutti abbiamo una responsabilità. Non esiste più un “io”, ma solo un “noi”. Ciascuno può essere veicolo del virus. Attenersi alle norme di restrizione dei rapporti sociali e di igiene, è indispensabile. Sono anni che combatto per il rispetto delle regole di sicurezza stradale che possono “limitare” la libertà di ciascuno di noi, come non mettersi alla guida dopo aver fatto una bella bevuta con amici. Già in quei frangenti mi ricevevo dell'”esagerata”, tuttavia le stragi di giovani sulla strada sono il frutto di quella mentalità errata. Oggi ricevo gli stessi giudizi se non porgo la mano o se non bacio chi incontro. In questa condizione deve valere lo stesso principio di precauzione e di rispetto della vita umana. Lo dobbiamo fare per noi e per le persone che amiamo». Al lavoro come si regola? «Ho smesso di fare lezioni teoriche in autoscuola fin dai primi momenti di crisi. Mi sono adeguata alle prescrizioni date dagli organi competenti e se sarò autorizzata dai nostri organi di controllo, in deroga alle norme di settore, svolgerò lezioni online. Tutti possiamo cambiare qualcosa ed organizzarci in modo nuovo, nei limiti della concorrenza leale fra attività e nel rispetto della legge. Una crisi sanitaria si può superare, andando finalmente oltre il nostro spirito egoistico e facendo tutti la nostra parte. L’unica paura che dobbiamo avere è quella dei “furbi” e di quelli che pensano che i problemi siano sempre degli altri. Rispettiamo le semplici regole che ci consigliano gli esperti e cerchiamo di vivere il disagio di questa situazione come un’opportunità per modificare i comportamenti sociali sbagliati. Possiamo farcela solo con spirito di unità e buona volontà».

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