Da qualche tempo sulla mia scrivania staziona una volpe. Un’amica furba che mi aiuta a superare le mie risapute ingenuità. Questa settimana io e la mia volpe ci siamo limitati a recitare un mantra. Incessantemente, continuamente:
Restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa, restiamo a casa. «Guarda chi c’è laggiù? Un pensionato che va in giro con la graziella». La mia volpe si gira verso di me e mi dice sgranando gli occhi: «Voi Umani meritate l’estinzione».