Da qualche tempo sulla mia scrivania staziona una volpe. Un’amica furba che mi aiuta a superare le mie risapute ingenuità. Anche questa settimana la mia volpe se ne è stata rintanata in casa. Sembra asserta nei suoi pensieri. è più di una settimana che pensa e rimugina e poi esordisce. «Oggi 25 marzo è il Dantedì». Danteche? ribatto io. «Il Dantedì. Il 25 marzo è il giorno di inizio del viaggio ultraterreno di Dante nella Divina Commedia, attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Il Dantedì sarà celebrato ogni anno» mi dice. «A me non piaceva mica quel Dante lì. Mi ha dipinto come un’eresia. Nel XXXII canto vengo dipinta come una volpe affamata, una volpe che si nutre di false dottrine. Sono mica così io. Mi incalza la volpe. Io sono vera e fresca. Non Eresia ma certamente fantasia. E poi schietta e coccolona. Attraverso alcune immagini del carro tratteggiate da Dante si delineano quattro momenti cruciali della vita della Chiesa e la volpe rappresenta le Eresie». “Si vabbè… ma che ti sei fumata” le chiedo. «La copertina della Divina commedia» mi risponde. Buon Dantedì a tutti. Ma quanto è colta la mia volpe.