CENTRO - E’ appena tornata da Lisbona la psicologa e psicoterapeuta trofarellese Vittoria Russo, dove ha partecipato come relatrice al convegno sull’uso ed il rumore del silenzio. Membro dell’associazione Studi psicanalitici di milano la dottoressa Russo fa parte del IFPS che ogni due anni partecipa ai Forum internazionali. «Insieme ad un collega ho presentato un lavoro sul silenzio. All’incontro, organizzato dall’associazione portoghese di psicologi e psicoterapeuti, erano presenti 220 colleghi di tutte le nazionalità. Il lavoro che ho presentato ha parlato del rumore del silenzio e dell’uso del silenzio da parte dei pazienti. Da una decina d’anni ho fatto una formazione per lavorare con i pazienti sordi, avvicinandomi all’uso del linguaggio dei segni e facendo tutto lo studio sul senso del silenzio e sulla sordità e della disabilità nascosta. Nel mio lavoro faccio anche parte di un gruppo che si chiama “Psicanalisi e disabilità” in cui ho fatto interventi con pazienti con un certo tipo di disabilità o con compromissioni cognitive di un certo tipo. Da sei anni coordino il progetto “In Crescita”, un progetto di sostegno alla genitorialità che oggi si è allargato e si occupa di prevenzione, formazione e consulenza all’interno di alcuni asili nido privati di Torino, Milano, Pavia, Modena. Sostanzialmente in questo progetto coordino un gruppo di psicoterapeuti che, all’interno di questi asili nido, fa consulenza per educatori, insegnanti, dirigenti. A Trofarello e in uno studio a Torino porto avanti una attività clinica e di psicoterapia con percorsi mirati che partono dalla fascia dell’età evolutiva ed adolescenziale. Ho voluto iniziare in questa fascia d’età per poi lavorare meglio con gli adulti. Lavoro dal 1998, quando mi sono laureata alla Facoltà di Torino, dopo il tirocinio, un master in psicologia scolastica e la specializzazione. Convegni, formazione, presentazioni dei lavori sono all’ordine del giorno. Una serie di impegni che comunque è piacevole fare in quanto dettati dalla passione». Quando ha deciso di dedicarsi agli studi di psicologia? «Già al liceo ho meditato sul mio futuro ed ho pensato che mi sarebbe piaciuto iscrivermi alla facoltà di psicologia. La facoltà nel frattempo ha aperto a Torino. Una passione che ho portato avanti. Un’idea molto mirata che non ha conosciuto momenti di crisi».