CENTRO – “Senza musica la vita sarebbe un errore”. Queste parole sono di Friedrich Nietzsche e sono state prese alla lettera da alcuni ragazzi trofarellesi, che hanno fatto della musica un punto di riferimento per la loro vita, le loro relazioni e il loro modo di esprimersi. Con Città abbiamo intervistato due gruppi musicali e un cantante del panorama trofarellese, per mettere in luce la dedizione e l’impegno che questi ragazzi esprimono attraverso i loro strumenti, la loro voce e i loro testi.
Il primo è un gruppo musicale: i Carthago. Last (Alessandro Atzei) alla voce, Muzz (Marco Mulasso) alla batteria, Andre (Andrea Pepe) al basso e Giuse (Giuseppe Tricoli) e Fi (Fabio Scamberulli) alle chitarre. La loro esperienza inizia ad Agosto del 2017, «Andre è il primo a entrare nel gruppo, inizialmente alla chitarra. Entra poi Giuse che porta nuove idee al progetto e infine Fi sempre alla chitarra. Andre per questo motivo passa al basso, definendo cosi la formazione». La storia che sta dietro al nome del gruppo la dice lunga sulle motivazioni che spingono questi ragazzi a portare aventi il loro progetto: «Carthago è la città, la nostra anima dove le emozioni fanno da padrone. Come la città storica, la nostra Cartagine è ormai distrutta, ma noi ricordiamo le sue storie che riemergono delle nostre canzoni». Il gruppo è davvero consolidato: «Proviamo ogni settimana, tendenzialmente la domenica per tre ore. I nostri prossimi concerti sono il 27 marzo allo Ziggy a Torino, l’11 aprile all’House show a Carmagnola e il 22 aprile al Maglio a Torino. Siamo chiaramente disponibili se qualcuno stesse organizzando eventi e volesse averci nella data!». Poi raccontano con estremo entusiasmo le vicende più caratterizzanti della loro storia, ponendo l’accendo sull’emozione che si prova, soprattutto all’inizio, a cantare live davanti a molte persone. «Il momento più bello è stato probabilmente durante il nostro primo concerto, quando davanti a pochi volti, abbiamo suonato i nostri brani tutti e cinque per la prima volta. Abbiamo scritto molti pezzi e uno di questi uscirà fra poco. Il singolo è “La Città” e il tema del pezzo è l’incomunicabilità: nessuno potrà mai capirci veramente, chiunque esso sia, anche la persona che reputiamo più speciale. Ognuno deve essere cittadino della propria anima». Infine, sottolineano la loro voglia e la loro passione, che li spingono a voler conquistare sempre maggiori ascolti: «Nel 2019 è uscito il nostro primo EP “Kokoro” che è possibile ascoltare su tutte le piattaforme digitali, fra cui Spotify, iTunes e YouTube. Seguiteci sui social per supportarci e sentire i prossimi singoli!».
Poi c’è un secondo gruppo, i The Clippers, e un cantante, GG: due realtà distinte me che hanno una storia estremamente intrecciata, di collaborazione e, soprattutto, di reciproca stima e di grande amicizia.
I The Clippers sono formati da: Laura (Laura Pilloni) alla voce, Dughe (Lorenzo Dughera) al Basso, Osmi (Matteo Osmieri) alla prima chitarra e Scova (Davide Scovazzo) alla chitarra di accompagnamento. «Questa è la formazione ufficiale – racconta Scova, leader e ideatore del gruppo – ma capita spesso che ci scambiamo gli strumenti». L’inizio della loro avventura è graduale. «Abbiamo iniziato casa mia io e Issam, un ragazzo che ora non fa più parte del gruppo. Abbiamo “suonicchiato” la prima volta qualcosa alla festa di Valle Sauglio qualche anno fa. Successivamente ho iniziato a trovarmi con Osmi per suonare insieme. Poi conoscevo Laura e sapevo che aveva fatto scuola di canto. Così abbiamo iniziato a provare con lei e sono rimasto stupito perché ha una voce assurda e non me n’ero mai reso conto. Poi si è aggiunto Dughe. Eravamo tutti compagni di classe quindi, sai com’è, una cosa tira l’altra […]. La nostra prima registrazione è stata l’Alleluia, in camera mia, sul cellulare».
In questo caso, il nome del gruppo ha una storia piuttosto curiosa, un’idea dell’istinto e dai connotati del caso fortuito. «Inizialmente ci chiamavamo Dado’s Boys. The clippers nasce invece il giorno del mio orale di maturità: appena finito l’esame ero sul balcone di casa mia con alcuni miei amici. Uno di loro mi dice di passargli il “clipper” (accendino) e io non ho avuto dubbi, quello sarebbe stato il nome del gruppo». Scova prosegue raccontando alcuni dei momenti più intensi ed emozionanti vissuti con la sua band. «Ricordo la prima volta che abbiamo suonato assieme su un palco: Foro Boario, festa di fine anno di quinta superiore, un insieme di emozioni inspiegabile. Suonammo un medley, con “Halo”, “Stand by me” e “La musica non c’è”. La cosa che ci sorprese? Eravamo davanti a più di mille persone, tutti cantavano: è stato davvero fantastico. Io sono sceso da quel palco davvero entusiasta. Anche perché i Dado’s Boys, poi The Clippers, sono nati per suonare a quella festa, prima il nostro ritrovarsi era una cosa molto occasionale, solo successivamente è diventata una cosa più strutturata […]. Poi c’è stato un altro momento bellissimo: una festa all’oratorio di Valle Sauglio a Giugno 2019. Abbiamo fatto sette/otto pezzi solo noi e ho iniziato e vedere una bella maturità dal punto di vista musicale. In quell’occasione abbiamo presentato il nostro pezzo di punta: “Sarai con me” […]. Noi proviamo ogni tanto, occasionalmente. Ci troviamo nei giorni precedenti un evento, nel garage di Dughe. L’obiettivo è semplicemente divertirsi. Facciamo concerti quando qualcuno ci chiama, e siamo assolutamente disponibili per qualsiasi evento».
Grazie alla loro descrizione, cogliamo la palla al balzo per chiedere a Scova di raccontare qualcosa su “Sarai con me”, la canzone che i The Clippers definiscono il loro pezzo di punta. «È l’unico pezzo nostro che abbiamo messo su Spotify. È stata una svolta. Io ho avuto sempre l’obiettivo di mettere una canzone su Spoti, per permettere a tutti di ascoltarla, una cosa che mi trasmette tanta libertà. “Sarai con me” nata a Pag (Croazia), durante il viaggio di maturità. Io e Dughe siamo stati gli unici quella sera a non andare a ballare e, con un po’ di birra, buona volontà e due accordi, abbiamo provato a buttare giù qualcosa ed è nata questa canzone. Volevamo scriverla di tre strofe: la prima l’abbiamo scritta insieme, il ritornello pure, la seconda l’ho fatta io, la terza Dughe. Ma, tornati dal viaggio, GG ci ha fatto una sorpresa: una sera mi ha mandato un audio, in cui aggiungeva un suo pezzo sulla base della nostra canzone – base che tra l’altro abbiamo registrato grazie a lui visto che è l’unico che sa manipolare queste cose – e mi è subito piaciuto tantissimo. Così la mia strofa e quella di Dughe le abbiamo compattate in un’unica seconda strofa e la terza è diventata quella di GG. […] È un pezzo tormentone, parla dell’estate in cui c’è spensieratezza e voglia di divertirsi. È sullo stile “hindi” quindi non è tanto il significato del testo o delle parole da ricercare, ma più il “mood”».
Quindi tocca a Gregorio Lavezzo, in arte GG, cantante, che, come si è visto, intrattiene profondi rapporti di amicizia e collaborazione con i The Clippers. GG compone strumentali per questi ultimi e alcune volte canta su alcune strumentali sue. «È partito tutto come un gioco – racconta – Quattro anni fa, ero in via Nino Costa con degli amici e, mettendo una base su YouTube, abbiamo iniziato a cantarci sopra qualche rima. Ed è stato amore a prima vista. Già prima mi piaceva il rap, però farlo mi dava qualcosa in più. Da quel momento ho iniziato a scrivere dei pezzettini, molto semplici e banali, ma che mi ricorderò sempre». Perché GG? «Era un periodo in cui tra amici avevamo la mania di storpiarci i nomi. Uno dei miei amici ha iniziato a chiamarmi Guzzer Gauter e questa storia è andata aventi per un po’. Io, dovendo trovare un mio nome d’arte, ho messo insieme le due iniziali, così si legge Gigi: è una cosa molto simpatica, orecchiabile e ad impatto secondo me». L’avventura di GG parte dalla sua cameretta. «Prendo una base, la cerco come piace a me, mi metto in camera mia e ci metto sopra il testo. Registro a casa perché ho tutto ciò che occorre per registrare». Come si è visto, l’attrezzatura e l’esperienza di GG è stata fondamentale per i The Clippers, che si affidano a Gregorio per registrare le loro canzoni, prima fra tutte “Sarai con me”. «Ogni tanto vado a suonare con i The clippers – continua – proviamo nel garage di Dughe. È simbolica come cosa: cinque ragazzi in un garage a suonare. Potrebbe sembrare squallido, ma per noi è una delle cose più belle che possa esistere». GG racconta poi di avere come obiettivo quello di affermarsi nella musica, non necessariamente attraverso concerti. Inoltre dice che sarebbe estremamente contento se qualcuno lo chiamasse a cantare a qualche festa o evento di qualsiasi genere. «Di GG ci sono molti pezzi su SoundCloud e su YouTube. Mentre con i The Clippers c’è su Spotify “sarai con me”». Anche lui spiega di aver vissuto il momento più emozionante durante il concerto per la festa di fine anno del Majorana, quando è salito sul palco insieme al gruppo di Scova. Inoltre, racconta di un nuovo progetto in divenire: «Io e Dughe vorremmo fare un EP per portare altra musica su Spoti, su SoundCloud su YouTube. Siamo pronti. Ci stiamo trovando molto per provare, registrare basi, ideare pezzi, scrivere ecc.».
Tre interessanti avventure quelle di questi ragazzi, che ci dimostrano quanto, anche nel nostro piccolo, esistano realtà capaci, con impegno e dedizione, a coltivare una passione che racchiude in sé storie di amicizia, di collaborazione, di voglia di crescere, di divertimento e di grande talento.
Davide Lucchetta