Da qualche tempo sulla mia scrivania staziona una volpe. Un’amica furba che mi aiuta a superare le mie risapute ingenuità. Questa è la settimana di Natale ed ho pregato la mia volpe di essere più benevola nelle sue analisi. Durante questo fine settimana ho portato la mia volpe al mercatino di Natale, in piazzetta Lavaggi. Ha preso tanto freddo ma lei è abituata a stare fuori. Io un po’ di meno. Non è stata tanto contenta. Ha visto poca gente. «Troppo poca direi. Esageratamente poca – mi corregge con la sua solita insolenza – Credo che un banchetto con dell’ottima birra artigianale, due peruviani con i loro cappelli e un rinomato caseificio non giustifichino l’appellativo di Mercatino di Natale». Tento di rabbonirla. «Ma scusa, gli organizzatori ce l’hanno messa tutta a fare una bella cosa, non essere sempre antipatica». «Non arrabbiarti – mi interrompe – ho anche registrato una cosa positiva. Il vin brulè di Proloco e Alpini era ottimo. Ne ho bevuto a sorsate. Ma la prossima volta tenetemi lontano il suonatore di zampogna che, se mi capita a tiro, lo mordo».