CENTRO – Insieme per conoscere continua a raccontare i suoi protagonisti. Il contesto è sempre quello del Regno di Mezzo, però si passa dalla lingua (lo scorso numero de “La Città” presentava la storia di Marco Sibille, insegnante di cinese) alle arti marziali, in particolare al Tai Chi.
Alberto Solenne – 52 anni, laureato in Medicina Veterinaria, attualmente Sales Representative presso una multinazionale – racconta così il suo approccio iniziale a questa arte marziale: «Ho sempre fatto sport (nuoto e soprattutto pallavolo) e dopo aver appeso le scarpe e il costume al chiodo, mi sono preso una lunga pausa. La mia passione nasce da semplice curiosità. Ho sentito parlare del Tai Chi da un’amica e un giorno ho deciso di iscrivermi ad un corso. Inizialmente non mi piaceva quello che facevo, anzi, per anni mi sono domandato perché continuassi ad andare. Poi a forza di insistere ho iniziato a sentire qualche beneficio e me ne accorgevo soprattutto quando saltavo le lezioni, perché alcuni dolori, soprattutto alla schiena, ricomparivano. Ho anche iniziato a seguire alcuni seminari della scuola e durante uno di questi ho conosciuto un allievo di lunga data del Master che oggi è diventato il mio maestro, Roberto Perino. Con lui è accresciuta la passione e la voglia di fare pratica. E’ stato lui un giorno a dirmi che era arrivato per me il momento di insegnare, perché confrontandomi con i miei allievi e diventandone responsabile didattico avrei imparato di più e mi sarebbe servito per progredire nella pratica. In effetti devo ammettere che aveva ragione».
In realtà, per Alberto non era la prima esperienza da istruttore, dal momento che in precedenza era insegnante di nuoto, soprattutto per bambini. Ma l’insegnamento del Tai Chi gli ha posto nuove sfide, dalle quali non si è tirato indietro. «Mi sono accorto che lavorare su un’arte marziale per molti sconosciuta e soprattutto con una platea adulta è impegnativo, perché ci sono tante domande, tante curiosità e tanti miti da sfatare: bisogna essere preparati sia tecnicamente che culturalmente e si è impegnati in una continua ricerca e in un continuo studio».
Poi Alberto ci tiene a sottolineare un aspetto peculiare del suo corso: «Spesso si dice che il Tai Chi sia una ginnastica per anziani, non è assolutamente vero. E’ un’arte marziale e ginnastica del benessere che possono fare anche gli anziani, ma adatta a tutti. Dipende molto dalla volontà di mettersi in gioco con se stessi, di imparare a conoscere il proprio corpo e padroneggiare i movimenti: questa è una tra le tante cose importanti del Tai Chi ed è questo uno dei motivi per cui le persone dovrebbero avvicinarsi a quest’arte marziale. Ci sono persone che iniziano, ma dopo qualche mese abbandonano con la scusa che è troppo difficile oppure che non fa per loro. In realtà, il vero motivo è che nella maggior parte dei casi non sono in grado di rimettersi in gioco e di affrontare i propri limiti».
Infine, Alberto racconta il suo avvicinamento alla realtà “Insieme per conoscere”, sottolineando poi l’inaspettato successo del suo corso: «Sono venuto a conoscenza dell’iniziativa “Insieme per conoscere” casualmente. Cercavo un posto dove poter iniziare un corso e mi sono imbattuto in Dario Martelli, che mi ha illustrato il progetto. Mi sono trasferito qui da qualche anno, conosco poche persone e non ho modo di poter frequentare molto le attività offerte da Trofarello. L’idea di poter stringere nuove amicizie e di poter mettere a disposizione la mia competenza per far conoscere il Tai Chi, mi ha entusiasmato molto e così ho dato la mia disponibilità. […] Ho iniziato la mia collaborazione con il progetto nel 2018. All’inizio temevo non si iscrivesse nessuno, ma poi molte persone hanno iniziato a chiedere informazioni. La prima sera non sapevo dove metterle, continuavano ad arrivare e alla fine eravamo in trentasei. Oggi in totale ci sono quarantuno persone iscritte. Per non dover lasciare nessuno a casa ho deciso di raddoppiare il tempo messo a disposizione per il progetto e di dividere le persone in due gruppi, dal momento che lo spazio non era sufficiente. Direi che è stato un successo per me inaspettato. Vedremo cosa succederà quest’anno, sono molto curioso». Davide Lucchetta