Centro – Maldistomaco e antiacidi che danno preoccupazioni. C’è fermento in cità per il ritiro dai banchi di vendita di una serie di farmaci risultati contaminati. Abbiamo interpellato il farmacista Simone Cassinelli della farmacia Trisoglio per fare un po’ di chiarezza e rassicurare i pazienti. «L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha disposto il ritiro dalle farmacie e dalla catena distributiva di tutti i lotti di medicinali contenenti il principio attivo ranitidina prodotto presso l’officina farmaceutica Saraca Laboratories LTD – India.
Il motivo è la presenza, in alcuni di questi lotti, di un’impurezza denominata N-nitrosodimetilammina (NDMA) appartenente alla classe delle nitrosammine, già rilevata nel 2018 in una classe di farmaci anti-ipertensivi (sartani).
In questi casi le autorità sanitarie operano secondo il principio di precauzione, che prevede di ridurre al minimo i rischi per il paziente, limitando l’esposizione alla sostanza potenzialmente dannosa.
A scopo precauzionale, l’AIFA ha anche disposto il divieto di utilizzo di tutti i lotti commercializzati in Italia di medicinali contenenti ranitidina prodotta da altre officine farmaceutiche diverse da Saraca Laboratories LTD, in attesa che vengano analizzati. La ranitidina (antagonista dei recettori H2 dell’istamina) è un inibitore della secrezione acida utilizzato nel trattamento dell’ulcera, del reflusso gastroesofageo, del bruciore di stomaco e di altre condizioni associate a ipersecrezione acida. Sono disponibili in commercio altri medicinali con le stesse indicazioni terapeutiche, pertanto i pazienti che assumono medicinali a base di ranitidina devono rivolgersi al proprio medico per discutere la possibilità di una terapia alternativa.
La NDMA è classificata come sostanza probabilmente cancerogena per l’uomo dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla base di studi condotti su animali. È presente in alcuni alimenti e nelle forniture di acqua, ma non ci si attende che possa causare danni quando ingerita in quantità molto basse. Molte persone si sono rivolte a noi, di persona o telefonando, per essere rassicurate e per capire come comportarsi, a causa anche delle molte informazioni errate che circolano sui social e sul web. In realtà la prima informazione è che si tratta di un’operazione cautelativa, di prevenzione, e che al di la del numero importante di medicinali coinvolti, fa parte dell’attività continua di controllo della distribuzione del farmaco. Il controllo quotidiano della qualità e della sicurezza del farmaco fa parte delle attività dell’AIFA e di tutti gli operatori della filiera». Cassinelli che consigli si sente di dare ai pazienti in cura con la Ranitidina? «Per dare delle indicazioni pratiche al pubblico riprenderei la nota ufficiale dell’Aifa. Se si è in trattamento con un medicinale a base di ranitidina che è stato prescritto dal medico, non biisogna sospendere il trattamento, ma occorre consultare il medico il prima possibile. Si potrà concordare con lui un trattamento alternativo (un altro medicinale diverso da ranitidina, indicato nel trattamento delle condizioni in cui lo stomaco produce quantità eccessiva di acido). Se si è in trattamento con un medicinale di automedicazione a base di ranitidina, consultare il proprio medico o il farmacista che potranno consigliare un farmaco alternativo. NDMA è una sostanza chimica organica che si genera come sottoprodotto di numerosi processi industriali. È inoltre presente a livelli molto bassi nelle forniture di prodotti cotti, affumicati o stagionati. Non sono attesi danni, quando ingerita in quantità molto basse – conclude Cassinelli – Non si attende un rischio acuto per il paziente che abbia già assunto medicinali contenenti ranitidina».
«Qualcuno è venuto a chiedere, magari anche preoccupato di avere assunto una sostanza contaminata – commenta Michele Giampaolo cotitolare della farmacia Movicentro – Ma si tratta di un medicinale non molto utilizzato dai nostri clienti. La maggior parte della clientela è venuta per informarsi sul fatto se dovesse interrompere il trattamento o se potesse continuare. Ovviamente bisogna sospenderlo, nell’attesa che vengano controllati tutti i lotti delle ditte che lo producono. Esistono comunque dei farmaci che sono un altro tipo di antiacidi. Importante è concordare con il medico il farmaco da utilizzare per la sostituzione».