Da qualche tempo sulla mia scrivania staziona una volpe. Un’amica furba che mi aiuta a superare le mie risapute ingenuità. L’altra sera l’ho portata a fare una passeggiata nella bassa. Al di là della stazione. In un posto che si chiama “Movicentro”. Da dove dovrebbe partire il sistema integrato dei trasporti, il biglietto da visita della città. «Questa è arte? – mi ha chiesto la volpe. Il mio sguardo interrogativo ha sollecitato la volpe a spiegarsi meglio – Intendo… questa roba sui muri, queste scritte, questi disegni… sono ciò che l’uomo chiama arte? riferendosi ai graffiti sulle mura. Ma tutti quelli che arrivano a Trofarello penseranno che i trofarellesi sono artisti con tutte queste scritte colorate. Siete fortunati! E le bottiglie rotte? e l’erba alta? ed i cerchioni abbandonati? e quelle buste di plastica piene di mmmhhh – fammi annusare – pannolini per bambini usati? No scusa, questa non è arte. Io – mi rimpovera la volpe – non capisco niente di arte ma credo che si possa fare di più. Arte è cantare alla luna come faccio io. Mi rispondono le lucciole, quelle ai bordi delle strade. Stai zitta volpe – mi dicono le lucciole – che scappano i clienti».