Centro – Avrebbe tanto volentieri rinunciato a rilasciare un’intervista Morena Varamo, impiegata comunale all’ufficio commercio, a causa del suo carattere schivo e lontano dall’attenzione del pubblico. «Ma comunque mi fa piacere salutare proprio quel publico che in tutti questi anni è stato l’unica vera fonte di soddisfazione» esordisce la Varamo. Classe 1955, nata il 27 agosto, compie 63 anni e dal 1 agosto abbandonerà il proprio posto di lavoro per andare in pensione. 38 anni all’ufficio commercio, dopo 7 anni all’ufficio tecnico, gli uffici comunali li ha girati un po’ tutti. «Ero un jolly e l’ho fatto per molto tempo prima di approdare al Commercio». Che ricordi porta del Comune con la quiescenza? «Ho avuto solo un bel rapporto con tutti i miei utenti, ma preferisco non mi facciate questa domanda. Il mio lavoro in comune non mi permette di ricordare cose belle. Le vicende che mi hanno vista protagonista mi impediscono di parlare di questa esperienza di lavoro. Sono certa che lascio un pezzetto di cuore ai miei clienti, i commercianti, i giostrai, gli ambulanti con cui ho sempre avuto uno splendido rapporto e per cui ho sempre lavorato con impegno, proprio per trovare le soluzioni più idonee. Spesso mi sono sentitta inadeguata ma poi studiando le pratiche riuscivo a dare le risposte ai miei utenti e, col tempo, ho acquistato la loro fiducia. Ma sulla mia vita in comune…. davvero… per favore…. non chiedetemi niente…. è stata una grandissima sofferenza». Allora ci parli di lei.
«Morena è una persona sincera e leale che non ha Santi in paradiso. Ho due figli che sono la mia grande soddisfazione: Alessia che ha 40 anni e Niccolò che di anni ne ha 25. Sono una accanita lettrice di libri, direi onnivora. Leggo ogni genere di libro. Amo anche il cinema e viaggiare. Sono anche una fanatica dello shopping. Dico a testa alta che le persone leali e sincere non hanno molti amici ma quelli che hanno sono per la vita». Ma Varamo… è contenta di andare in pensione? «Beh…. per la verità no. Non sono per nulla contenta. Approfitto di quota 100 ma la mia pensione non era programmata, non ora perlomeno. Credo che troverò duro, dopo 40 anni fuori casa, trovarmi ad essere massaia. Non sono propriamente una donna di casa. Il lavoro mi ha sempre arricchito moltissimo. Sia la vita che il modo di pensare». La prima cosa che farà in pensione? «Credo che mi regalerò un bel viaggio. Ringrazio tutti quelli che mi hanno voluto bene e quelli che hanno creduto in me. Mi mancherà certamente il mio pubblico».