CENTRO – Una conchiglia di tre milioni di anni. Una testimonianza di un tempo che non c’è più ma che ha lasciato nel terreno le sue tracce. «Quando ho tempo giro per collina e campagne alla ricerca di testimonianze antiche. Ed i resti che si trovano ci portano indietro di milioni di anni. Prima ancora di essere geologo sono micropaleontologo – spiega Domenico Tropeano – Studio organismi fossili di dimensioni microscopiche e attraverso una campionatura, che ho fatto e che sto ancora facendo in tutto l’arco della collina partendo da Torino ed arrivando a Chivasso, mi sono imbattuto in circa 600 campioni, raccolti e catalogati. Nel corso della ricerca alcuni campioni mi hanno permesso di individuare anche possibili giacimenti fossiliferi, vale a dire veri e propri giacimenti di conchiglie rimaste intrappolate nel terreno con la sedimentazione del pianeta. La conchiglia che mostro in foto è una parente delle ostriche, vissuta circa 3 milioni di anni fa. Insieme alle altre raccolte anche frammentate ci permette di dire che un tempo qui esisteva un mare profondo dai 200 ai 500 metri, forse qualcosa di più. Un mare bordato dalle Alpi e da una penisola che andava gradatamente emergendo, come una specie di insenatura che era la collina di Torino. In pratica questo mare collegava il mare Adriatico al Mar Tirreno. Sul fondale si accumulavano questi animaletti che, in base allo studio statistico che sto facendo, vivevano mediamente 25-30 anni. Poi dopo questo ciclo di vita queste lontane parenti delle ostriche morivano per effetto della terra che le ricopriva con sabbie che arrivavano dalla terra ferma. Credo che questo genere di reperti siano importanti. Un pezzo importante di storia del territorio in cui noi viviamo. Poi questo mare si è interrato, ci sono state le fasi glaciali ed interglaciali. In queste praterie hanno pascolato certamente mammut e bisonti – conclude Tropeano – Molti reperti, ritrovati nel circondario di Trofarello, sono al Museo Craveri di Bra, che è il più antico museo di storia naturale del Piemonte e presso il Museo del Po di cui si auspica l’apertura a Carignano».
Intervista video integrale sulla pagina Facebook de la Città di Trofarello.