CENTRO – Archiviato il procedimento contro l’aspirante sindaco Marco Cavaletto, intrapreso dal segretario comunale Emanuele Matina per un presunto caso di diffamazione. Si chiude quindi l’ultimo atto della questione dei moduli non idonei che allontanarono da Marco Cavaletto il sogno di guidare la città con la fascia tricolore per i successivi 5 anni. Cavaletto, ripercorriamo la storia che l’ha vista protagonista di questa vicenda giudiziaria? «La verità dei fatti spesso non coincide con quanto ciascuno di noi ricostruisce, sui fatti, una propria memoria – esordisce Cavaletto – Può capitare… Ma i fatti, quando vengono descritti in un articolo, ritornano alla memoria esattamente come si sono verificati.
Ecco in sintesi la vicenda che mi ha visto coinvolto, mio malgrado.
Il segretario comunale del comune di Trofarello, dottor Matina, massimo dirigente comunale e capo del personale dell’Ente, si è sentito offeso per la ricostruzione che ho fatto un paio di anni fa sul sito www.progettopaese.eu e relativa alla (per me) incresciosa vicenda che purtroppo non ha permesso alla lista di Progetto Paese di presentarsi alle elezioni comunali.
L’articolo è reperibile sul sito di Progetto Paese e, anche a detta di tutti coloro che lo hanno letto, non vi è nulla di offensivo.
Ma il segretario dottor Matina ha avuto un’opinione diversa e quindi ha sporto querela per diffamazione.
Il Pubblico Ministero, dottor Castellani, esaminata la documentazione, chiese l’archiviazione, ma il dottor Matina si oppose all’archiviazione e chiese che si procedesse a giudizio contro Cavaletto, autore dell’articolo.
Il GIP (Giudice per le indagini preliminari), dottoressa Christillin, ha convoca le parti il 21 marzo scors,o ma già il 27 marzo ha emesso l’ordinanza di archiviazione definitiva.
Questi sono i fatti». Insomma questo errore vi è costata la candidatura. «Se un errore c’è stato da parte mia e dei miei colleghi di Progetto Paese nel non aver controllato la documentazione consegnataci dal comune, vecchia e non più attuale, se abbiamo continuato a sbagliare nel non confrontare tale documentazione con quella fornita dal sito del Ministero degli interni (con l’erronea presunzione che un documento che esce dal palazzo municipale dovrebbe essere quello giusto), anche il segretario comunale non è immune da “sviste”: infatti così recita la sentenza del Consiglio di Stato:
Essi non possono, pertanto, richiamare né addure a giustificazione della loro condotta l’errore del Segretario Comunale, che ha attestato per una mera svista la completezza delle dichiarazioni depositate, non essendosi attivati a loro volta per emendare l’errore e per depositare comunque, nel termine previsto dall’art. 33, ultimo comma, del d.P.R. n. 570 del 1960, le dichiarazioni di incandidabilità ai sensi dell’art. 12 del d. lgs. n. 235 del 2012». Ed ora? Cosa succede?
«Ora il procedimento penale è stato definitivamente archiviato. Ma Progetto Paese continua la sua attività al fianco dei cittadini che vogliono una Trofarello più viva e più bella».