CENTRO – Un corso per apprendere la cultura cinese tenuta da una giovane insegnante di lingua, rigorosamente trofarellese. Silvia Larocca, 35 anni, laureata in lingue, cinese ed inglese, insegna inglese a bambini alla scuola materna editaliano per stranieri in centri culturali. Attualmente vive a Torino, ma è stata trofarellese fino a poco tempo fa. è lei la protagonista del corso di cultura cinese organizzata nell’ambito della rassegna trofarellese “Insieme per conoscere”. «Nel 2002, quando mi sono iscritta all’università, non era così comune studiare il cinese. Non c’è una motivazione particolare che mi ha spinto a scegliere questa lingua. Mi piacevano le culture lontane ed in particolare quella cinese. Così ho scelto questa lingua. è una materia molto difficile da apprendere. C’è molto da studiare a memoria, perché il cinese non ha un alfabeto. I caratteri hanno valore di sillaba. Molte volte si combinano assieme per dare un significato ad una parola e quindi bisogna studiare a memoria. Nei millenni si è evoluta» spiega la giovane insegnante. Come è nato questo corso di cinese? «è già qualche anno che propongo il corso. L’idea era quella di insegnare anche qualche parola ma poi si è rivelato difficile e quindi si è ripiegato sulla cultura cinese – spiega Silvia Larocca – L’anno scorso avevo trattato la storia del ruolo della donna cinese, partendo dai tempi dall’impero fino ai giorni nostri. Quest’anno parlerò della figura di Mao. I temi da trattare prenderanno in considerazione richieste e suggerimenti dei partecipanti». Cosa le piacerebbe fare in futuro? «Mi piacerebbe continuare a lavorare con gli stranieri insegnando l’italiano, se poi sono cinesi ancora meglio». Cosa l’affascina di più della Cina? «Persone, abitudini diverse, storia millenaria. Sono stata in Cina anni fa. Oggi è completamente diversa, c’è stata uno sviluppo enorme.
La Cina ha moltissime contraddizioni. Ad esempio il suo sistema politico basato sul comunismo che comunque contrasta con il sistema capitalistico che si è venuto a creare con lo svuluppo economico.Tutto questo è indice di una grossa contraddizione che c’è sempre stata in Cina. Sono stata in Cina, a Pechino, nel 2005 per tre mesi. Mi aveva colpito il mondo completamente diverso dal nostro. Le persone erano state molto disponibili ed accoglienti con noi anche se i cinesi ci additavano come stranieri».
Torniamo al corso che inizia mercoledì 21 febbraio.
«In programma ci sono 4 serate il mercoledì sera per un’ora e mezza di lezione. La Cina è una grande e variegata realtà che sta assumendo sempre più peso economico nello scenario internazionale ma la sua cultura e storia resta sconosciuta ai più nell’Occidente. Questo breve corso si propone di permettere ai partecipanti di accostarsi e di capire questa realtà, anche linguistica, così diversa dalla nostra. Mi auguro che i trofarellesi vengano numerosi per intraprendere questo viaggio attraverso questo mondo affascinante e misterioso e anche per comprendere meglio questi cittadini che vivono, a volte, sullo stesso pianerottolo del nostro paese.
Io ho fatto la tesi sull’immigrazione cinese a Torino, un lavoro che ho anche presentato in pubblico nel corso di un paio di serate». Ecco ci parli di questa immigrazione. «I cinesi vivono principalmente nelle grandi città o in piccoli centri come Barge o Bagnolo, qui in Piemonte. Di più al nord come Prato e in generale la Toscana e poi in Sardegna.
Qui nella zona gni tanto cercano di aprire qualche ristorante. A Trofarello, per esempio, c’è una sartoria ed un parrucchiere». Dal punto di vista della religione come si regolano i cinesi? «La Cina è uno stato laico, la religione non è vissuta in pubblico. Per questo il cattolicesimo è ostacolato in Cina. Il taoismo ed il buddismo sono le religioni prevalenti».