CENTRO – Non trovano pace le 13 famiglie del condominio di via Di Nanni a Cimavilla andato a fuoco mercoledì 24 gennaio, durante i lavori di sistemazione del tetto ad opera di un operaio incaricato dall’amministratore del condominio, Battista Salvatore, dell’omonimo studio di amministrazione condomini moncalierese. Non trovano pace perché oltre al danno sono vittime anche di beffe legate ad autorizzazioni al rientro che in realtà non sono state autorizzate. Non potranno entrare prima di 6 mesi, nella migliore delle ipotesi, le tredici famiglie e su questa situazione si apre un giallo dopo l’altro. In primo luogo quattro famiglie, quelle dei piani più bassi e quindi non interessati direttamente dalle fiamme e dalla furia dell’acqua sarebbero entrati nei loro alloggi nonostante persista l’ordinanza di sgombero per non agibilità firmata dal sindaco Gian Franco Visca nella stessa giornata del 24 gennaio. Sembrerebbe che i vigili si siano recati più volte per ricordare la notifica di inagibilità. «La famiglia che è rimasta senza casa a causa del fuoco è stata ospitata da subito dal vicino di casa Gianni Oliva – spiega un condomino – Noi altri ci siamo aggiustati tutti da genitori o figli. Di rientrare non si dovrebbe parlare per nessuno anche se ci sono quattro famiglie che abitano già i loro alloggi. Gli stessi carabinieri sono stati più volte a ricordare l’inagibilità. Sull’edificio persiste lo stato di non agibilità. Abbiamo anche firmato la presa datto che lo stabile non è abitabile. In settimana abbiamo ricevuto una e mail dell’amministratore del condominio che avrebbe dichiarato che lo stabile può essere dinuovo abitato. Ma questa dichiarazione è stata fatta senza il consenso di nessuno.
Né i vigili, né il sindaco, né i vigili del fuoco hanno dato questo tipo di notizia.
Ogni famiglia ha firmato la presa d’atto.
E sulla data di un eventuale rientro negli alloggi non ci sono previsioni.
L’amministratore ci vuole far credere che da un momento all’altro si possa rientrare ma non è così perché ci sono continue cadute di pezzi di intonaco e calcinacci dovuto allo scrostamento per effetto dell’acqua che ora si sta asciugando, lasciando i propri segni – continuano i conomini dello stabile martoriato – Le crepe si allargano in modo evidente e noi siamo particolarmente preoccupatio per il nostro futuro. La mansarde ed il tetto sono state sottoposte alla furia del fuoco e poi a 10 ore di acqua ininterrotta. Dalle 9,30 fino alle 18 di sera. Acqua che adesso salta fuori». I cittadini che volessero aiutare le famiglie rimaste senza casa possono fare una donazione utilizzando il conto corrente del Comitato Genitori Trofarello. Il conto IBAN su cui effettuare il bonifico è: IT60R0335967684510700267402, causale del bonifico ”Solidarietà incendio“.