CENTRO – 13 famiglie in mezzo ad una strada. Due alloggi completamente distrutti dal fuoco ed i restanti danneggiati dalla furia dell’acqua utilizzata per spegnere l’incendio. è questo il triste bilancio dell’incidente occorso mercoledì 24 gennaio, all’edificio al numero civico 4 e 6 di via Di Nanni. Da una prima ricostruzione dei fatti sul tetto del condominio si stava lavorando per rimuovere alcune infiltrazioni mediante l’operazione di catramatura delle putrelle di legno. Verso le 9,30 del mattino la fiamma del cannello avrebbe dato fuoco al tetto che in pochissimi minuti ha creato una situazione infernale. La lana di roccia, il legno e le lamiere prendono fuoco e da nord le fiamme si propagano verso sud, coinvolgendo anche gli altri alloggi mansardati. Gli inquilini vengono fatti evaquare. Sul posto sono intervenuti massicciamente i Vigili del fuoco con 6 autobotti, 2 autoscale e diverse squadre. Lo stabile è stato messo a dura prova a causa delle fiamme e delle migliaia di litri d’acqua gettati sul tetto e all’interno della mansarda che poi si è riversata nei piani sottostanti. L’alloggio distrutto dal fuoco, un piano mansarda è abitato da una coppia con tre figli. L’altro alloggio risulta non abitato. Nessun ferito. Ma molta amarezza e rabbia. Sul posto sono interevenuti i volontari della croce Rossa per distribuire mezzi di sostentamento e acqua. «Le famiglie sono state sgomberate e su tutto lo stabile vige il divieto di ingresso fino a quando non sarà effettuata una perizia che dovrà garantirne la stabilità. Nelle prime nottate le 13 famiglie hanno trovato ospitalità presso parenti ed amici ma successivamente è stata studiata una soluzione più definitiva. Noi siamo a disposizione. Certo è un disastro inaudito, senza precedenti per Trofarello – commenta il sindaco Gian Franco Visca – Nell’immediato è stata emessa ordinanza con l’obbligo di tenere le finestre chiuse entro i trecento metri di distanza dall’incendio. Così come l’Arpa ha monitorato durante tutta la durata dell’incendio e anche dopo la qualità dell’aria per certificare l’assenza di diossina».