CENTRO – Trofarello ce l’ha nel cuore, anche se della squadra non fa più parte e in città non ci vive neanche più. Ma quando può, scappa in città, per venire a trovare i suoi amici, bere qualcosa assieme alle conoscenze di una vita. Michele Manto gioca nel Mezzaluna Villanova ed un paio di settimane fa ha segnato il suo 100° gol. «Un paio di settimane fa abbiamo giocato a Sciolze. Con un calcio di punizione sono arrivato a fare il mio 100º gol. Purtroppo durante la settimana è arrivata la notizia che, per effetto di un ricorso della squadra avversaria, dovremmo rigiocare la partita. Di conseguenza è nullo anche il 100º punto realizzato – racconta Michele – Vorrà dire che dovrò bissare il numero cento. L’avevamo anche festeggiato questo traguardo, facendo una bella merenda a base di pane, formaggio e salame. È stato anche un bel momento per aggregare la squadra. È molto importante per giocatori di questa categoria fare amicizia, fare gruppo, direi che è la cosa più importante. Infatti anche dopo anni nonostante non si giochi più insieme ci si sente ancora. Dovremmo rifesteggiare. In passato ho anche giocato a Trofarello. All’età di 6 anni ho frequentato la scuola calcio a Trofarello dove sono stato fino a 21 anni. Oggi ho 34 anni. Ho giocato ininterrrottamente per tutti questi anni. Mi sono fermato solo l’anno scorso per un anno a causa di un incidente che ho subito giocando. Tanti mi chiedono: ma chi te lo fa fare?»
Cos’è per te lo sport? «Sicuramente una passione nata la bambino che ho tenuto viva per tutta la vita. Quello che rimane oltre a questi 100 gol e ai risultati ottenuti in questi anni sono il gruppo, l’aggregazione». Cosa fai nella vita? «Lavoro come serramentista da 10 anni, prima ho fatto un po’ di tutto. Mentre studiavo scienze motorie ho lavorato prima in un call center e poi in fabbrica, ristoranti ed ho fatto anche l’animatore per qualche anno d’estate». Il futuro di Michele Manto? «Dal punto di vista sportivo spero di poter finire questa stagione e di poter giocare ancora un po’ con questo gruppo di ragazzi. Dal punto di vista della mia vita privata spero di continuare in salute, di vivere a lungo con la mia ragazza Michela che ha ripreso molti dei miei gol e che ha anche iniziato a giocare a calcio da qualche tempo, in una squadra di calcetto del Politecnico di Torino». Ti ricordi un evento particolare di questa tua vita calcistica a prescindere dal 100º gol? «Ricordo in particolare un gol segnato a Poirino qualche tempo fa, aiutato dal vento, in uno spareggio per non retrocedere. All’andata avevamo vinto la partita tre a zero quindi il ritorno ci sembrava una passeggiata. In realtà alla fine del primo tempo ci trovammo in svantaggio con il risultato di due a zero ad un passo dalla retrocessione. Sulla ribattuta da un calcio d’angolo io ho fatto un cross in mezzo che il vento ha indirizzato nella porta della squadra avversaria salvandoci dalla retrocessione. Un altro episodio che ricordo con una certa simpatia è una partita che ci ha portato alla vittoria del campionato con il Favari, tre anni fa, in prima categoria. Era un gruppo bellissimo e probabilmente grazie anche a questo clima che si era instaurato abbiamo vinto il campionato». Che rapporto hai con Trofarello? «Mi sento trofarellese a tutti gli effetti, anche se abito fuori città da tempo. Quando mi chiedono di dove sono rispondo che sono di Trofarello. Quando lavoravo nel villaggio turistico facevo tantissima pubblicità a questo paese. A Trofarello ho gli amici di infanzia. Ho addirittura un gruppo di WhatsApp alzata che utilizzo per sentire il mio gruppo di amici e spesso organizziamo cene. Per quanto riguarda l’aspetto sportivo ho un ricordo di una società pre Gleiscar, dove si sentiva un ambiente familiare. Credo che il calcio di paese, come tanti altri sport, aiuti ad integrare i ragazzi e a crear amicizie. Dubito un rientro sportivo in città. Certamente, un giorno che non giocassi più, potrei rientrare in città come tifoso».