BRUXELLES – Il poeta trofarellese Bruno Giovetti, vincitore della Finale del Campionato Nazionale 2016/2017, campione italiano in carica, rappresenterà Slam Italia al Campionato Europeo di Poetry Slam – European Slampionship – in programma da oggi, 29 novembre fino al 3 dicembre, a Bruxelles (Belgio). Una gara di poesie in versi improvvisati davanti ad una giuria popolare. Abbiamo raggiunto Giovetti a Bruxelles tramite WhatsApp e lo abbiamo intervistato. «Per quanto riguarda me, è da un bel po’ di anni che scrivo poesie in piemontese e in italiano. Fogli e fogli, concorsi, eventi… Qualche anno fa mi sono iscritto a un’associazione culturale a Torino e ho incominciato così a conoscere artisti di ogni genere: pittori, musicisti, attori.. e poeti. Soprattutto, oltre ai poeti che incontravo già ai vari concorsi, ho trovato tanti giovani, con il loro modo di fare poesia e arte in genere e mi sono subito appassionato. Ed è così che ho conosciuto lo slam. Il primo fu ai Murazzi, in una birreria ricavata da un vecchio deposito delle barche… tre minuti, voce e corpo e votazione del pubblico. Poesia orale. Pubblico eterogeneo, prevalentemente molto più giovane di me, compreso chi si esibisce. Le prime volte il cuore andava a mille e la voce sotto zero, la mimica poi.. tutta da rifare – racconta Giovetti – Però la cosa mi intrigava e così ogni volta mi mettevo alla prova. E’ chiaro che svolgendosi in locali e località più disparate, cambiano i gusti del pubblico e questo determina anche la tua vittoria o la tua sconfitta, oltre alla bravura. E’ successo che qualche volte ho vinto, come l’anno scorso a Trofarello, organizzato da Mantoani, e che sia andato in finale nazionale a Milano, a Casa Merini. Quest’anno, tra tutti gli slammers italiani, è toccato a me portare a casa il titolo italiano. Ripeto, non sono il più bravo. E’ questione di trovare la serata giusta, l’ispirazione, la poesia e il pubblico giusto… e poi puoi anche vincere. In conseguenza di questo ora mi tocca di andare a sfidare i mostri sacri, campioni nazionali , a Bruxelles». Si sente pronto? «A dir la verità, per il mio carattere, l’ansia e tutto il resto mi direbbe di stare a casa, ma vado. Al massimo visito Bruxelles e Anversa che non ho mai visto. Mi dicono che ci sarà una diretta streaming della finale, il 2 dicembre, con votazione on line, ma in Italia tutto questo non è ancora radicato come in altri paesi che votano come se fossero a San Remo… ma mi servirà come esperienza. In fondo ho solo 61 anni, c’è tempo per crescere».
Che origini ha lo slam? «Nato nel 1984 da un’idea di Marc Smith, operaio nei cantieri e poeta, lo slam nell’intento del suo autore era un tentativo di portare del nuovo nella scena poetica, facendo partecipare il pubblico sul palcoscenico. Nel 1986 nasce la prima competizione di poesia: la poetry slam.
Il primo slam italiano viene organizzato il 21 marzo 2001 all’interno del Festival Romapoesia da Lello Voce – fondatore della rivista Baldus e del Gruppo ’93 – che organizza nel 2002 durante Big Torino 2002 al Museo nazionale del cinema nella Mole Antonelliana uno Slam Internazionale in cinque lingue diverse».
Bruno Giovetti, 61 anni, sposato dall’80 e trasferito a Trofarello, ha un figlio di 34 anni. Da quasi 2 anni è in pensione, dopo 43 anni di lavoro. Perito elettronico. Ex operaio di origine contadina. Viene definito il poeta operaio. Spesso nei panni di giullare, frate o personaggio storico medievale o risorgimentale in eventi e gruppi storici. «Nelle mie poesie, a volte saggio, a volte giullare, canto la vita e, a volte, me stesso».