Dalla piazzetta alla scuola allenatori di Coverciano

CENTRO –  C’è un’intera vita di sacrifici e di sport sul volto di Tonino Zaza, prima calciatore ed oggi allenatore del Toro che dal mese di settembre sta frequentando la scuola per allenatori di Coverciano. Occasione che gli darà la possibilità di ottenere un patentino per allenare come Mister nella serie B e C e fare il vice allenatore per la serie A. Un traguardo che è il frutto di tanti anni il duro lavoro. «Ho iniziato che avevo solo otto anni a prendere a calci il pallone, nella piazzaletto in terra battuta che c’era sotto casa, il casermone in mattoni rossi all’incrocio tra via 24 maggio e via Roma, storica sede della mia famiglia – racconta Zaza – Nato il 26 aprile del 1963 ho 54 anni.  Ho giocato un po’ dappertutto. Ho fatto la trafila  al Trofarello, poi sono andato via  e sono andato a giocare al Meroni Cascine Vica, dove sono stato quattro anni.  Tre giorni di allenamento alla settimana e la partita alla domenica. Dopo sono approdato al Poirino dove ho vinto il campionato nell’unico anno in cui ho giocato con questa squadra. Il mio allenatore in quel periodo era Nello Bozzo, attuale assessore allo sport del Comune di Trofarello. Sono andato poi a Santena dove sono rimasto per tre anni. Dopo questi anni mi sono trasferito in una squadra che si chiamava San Luigi Santena perché avevo trovato un lavoro che mi impegnava tanto. E poi ancora al borgo San Pietro, Saturnio Valsalice e successivamente formai la Dinamo Moncalieri con Brodella. Da quella squadra sono andato via perché mi dissero che ero vecchio. Ma io  non volevo ancora mollare  e così mi sono trasferito al Pecetto. A 42, 43 anni ho fatto ancora un anno da giocatore al Carlo Alberto per concludere la mia carriera calcistica al Santa Maria Vallere.  A 44 anni ho appeso le scarpe da giocatore al chiodo ma ho iniziato a lavorare come allenatore. Mi sono messo a disposizione di una scuola calcio individuale con Patrizio Sala eTeo Coppola. Ho fatto un paio di anni con loro. È stata una grande esperienza di lavoro perché ero io con un ragazzo e al massimo potevi  allenare quattro ragazzi. La mia fortuna è partita lì. Sono andato al Beinasco ad allenare la classe 1995».  Il racconto di zazza continua snocciolando date nomi e ricordi. «Cambiavo anche spesso squadra perché sono una persona schietta e dico le cose in faccia… magari non piaceva neanche tanto ma ho pagato tutto.  Sono tornato al Trofarello dopo qualche anno con il presidente Gallea. Fui fortunato e salvammo la squadra. Sono rimasto al Trofarello per sette anni.  Dopo sette anni mi proposero di andare al Torino calcio. Mi proposi per fare un campo estivo e rimasi a fare l’istruttore del Toro. Sono al Toro da 5 anni». Ed oggi? «Oggi frequentò la scuola di Coverciano. cinque giorni alla settimana in aula per prepararmi a diventare allenatore. Sei anni fa sono entrato nell’Aiac, presso l’associazione che raccoglie gli allenatori di calcio e oggi, dopo 4 anni, sono il presidente provinciale. La cosa che vorrei trasmettere ai giovani è che bisogna crederci sempre. Nelle cose che uno fa bisogna sempre cercare di dare il massimo.  Carattere e testa mi hanno frenato un po’. Ai giovani vorrei dire che bisogna cercare sempre di essere sorridenti e andare d’accordo con tutti. Il mio sogno era quello di entrare in questo corso ed al terzo tentativo ci sono riuscito. Dico a tutti ragazzi di fare tanto sport ed impegnarsi. Lo sport aiuta, lo sport ti permette diventare adulto».

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