CENTRO – Non accenna a calmarsi la polemica sui festeggiamenti legati al 25 aprile. Gianni Ruggieri invia una lunga lettera con cui manifesta il proprio dissenso sulla decisione di modificare la consueta formula della festa della Liberazione. «Dal giornale “Torino Cronaca” di venerdì 31marzo si apprende che, quest’anno, il sindaco Visca non intende organizzare il solito corteo per la celebrazione del 25 Aprile – esordisce Ruggieri – Primo motivo: “La banda non riesce più, per questioni di resistenza fisica, a sostenere un intero corteo… Il tempo passa per tutti e suonare di continuo mentre si cammina non è uno sforzo fisico che tutti possono sostenere. Specie se non si è più dei 20enni…”. Dunque, dopo 215 anni di onorato impegno, questa importante istituzione culturale cittadina sta arrivando alla fine? Non ci saranno più cortei, ad esempio, per il 4 novembre, festa delle Forze Armate? La banda è consapevole e compartecipe di questa rappresentazione? Eppure, al bel concerto di sabato 1 aprile le oltre 150 persone presenti hanno potuto notare, tra i componenti, una stragrande maggioranza di validi e promettenti giovani. Sembra proprio che il primo cittadino si prenda gioco dell’intelligenza dei trofarellesi – continua Ruggieri – Il secondo motivo addotto è più rivelatore dei reali sentimenti del sindaco e della sua giunta che, ovviamente, ne avrà condiviso la scelta: la contestazione verificatasi lo scorso anno. Non è forse al corrente che puntualmente, ogni anno, si verificano episodi simili e ben più pesanti durante le celebrazioni del 1° Maggio, piuttosto che della festa delle Forze Armate. (4 Novembre) o della stessa festa della Repubblica (2 Giugno)? Ma, finora, nessuno ha mai pensato di modificarne le modalità di celebrazione. Si sa che, da sempre e malgrado le solenni affermazioni istituzionali sulla “festa di tutti” di cui Visca è certamente un campione (vedasi gli ispirati discorsi degli anni passati), la festa di Liberazione non è mai stata vissuta da tutti con lo stesso entusiasmo. A tal proposito basta ricordare alcune recenti iniziative governative: nel 2009, progetto di legge 1360 – poi bloccato – con cui si intendeva equiparare i repubblichini di Salò (un esercito irregolare, oltreché subordinato ai nazisti nei loro crimini) ai partigiani; nell’agosto 2011, il tentativo di sopprimere le festività civili, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno, con la manovra finanziaria. Evidentemente alcune amministrazioni hanno sempre “subito”, e patito, l’intervento pluridecennale dell’ANPI. Ora, finalmente, dopo la campagna di delegittimazione avviata contro la stessa a causa della sua posizione sul recente referendum per la modifica costituzionale, si è presentata l’occasione per sbarazzarsene e cominciare a proporre la propria, esclusiva narrazione della Resistenza e del Fascismo – conclude Ruggieri – Il sindaco è disposto a sborsare, come contributo, 800 euro per ridurre la celebrazione in uno spazio chiuso piuttosto che collaborare con l’ANPI, gratuitamente, all’organizzazione della sua manifestazione pubblica più importante dell’anno, quella che le consente di far conoscere le proprie posizioni e le proprie battaglie. Io, invece, mi auguro che l’ANPI organizzi il solito corteo: preferisco la vivacità di quest’ultimo, compresi eventuali fischi e contestazioni, al clima ingessato di una iniziativa al chiuso – conclude Ruggieri – Clima che, alla lunga, produrrebbe noia e disaffezione, fino all’estinzione della celebrazione medesima. E’ questo che Visca si aspetta? Caro sindaco, non è all’ANPI che si deve negare la possibilità di testimoniare i propri valori!».