CENTRO – Un’adesione del 95 per cento dei lavoratori e le corsie e le casse desolatamente deserte. E’ il bilancio dello sciopero che sabato mattina è stato organizzato dai 59 lavoratori del Carrefour di Trofarello. Al lavoro si sono presentati soltanto i responsabili del supermercato locale, impegnati tutto il giorno alle casse per sopperire all’assenza del personale. Molti i clienti che, per solidarietà con i lavoratori, hanno rinunciato a fare la spesa sabato mattina. «Intendiamo protestare contro la decisione di chiudere le sedi Carrefour di Borgomanero, Pontecagnano e Trofarello – spiega Luca Sanna, delegato Filcams Cgil Torino – Una dichiarazione devastante dal punto di vista dell’impatto occupazionale. Inoltre Carrefour ha comunicato 500 esuberi su tutto il territorio nazionale. E’ la prima volta che si parla di chiusura. I lavoratori di tutta la provincia di Torino sono tutti a Trofarello oggi per provare a respingere la proposta di lasciare a piedi 59 famiglie. L’azienda ha confermato la chiusura e vediamo se nei prossimi giorni succederà qualcosa». Il direttore del supermercato si trincera dietro l’ordine di scuderia di non rilasciare dichiarazioni e rimanda al numero di telefono dell’addetto stampa del gruppo che comunque durante tutta la giornata di lunedì mattina non ha risposto al telefono. «Siamo tutti un po’ in ansia perché l’azienda ha confermato la chiusura ma non ha specificato che fine faremo noi lavoratori – spiega Massimo Peis, lavoratore Carrefour – temiamo il peggio e temiamo che non avvenga il ricollocamento in cui speriamo. Chiaramente speriamo di lavorare per il gruppo, tenuto conto che ci sono persone che da 25, 30 anni, lavorano qui a Trofarello. Bisogna considerare anche che la maggior parte dei lavoratori che resteranno a casa avranno grandi difficoltà a trovare un altro posto di lavoro».
La responsabilità sociale d’impresa del Carrefour
La notizia della chiusura dello storico ipermercato Carrefour a Trofarello è giunta come un fulmine a ciel sereno sulle 59 persone che qui lavorano e, in modo indiretto, su tutta la nostra città. Sindacati, Comune, Regione sono tra i soggetti che dovranno trattare con il brand francese nella speranza di trovare una soluzione che salvaguardi il lavoro ed il futuro delle persone.
Il territorio si ritrova, per l’ennesima volta in Italia, a subire le decisioni prese molto lontano, decisioni che influiscono pesantemente sul contesto locale. Secondo alcuni, strenui difensori del liberismo e del mercato, si tratta di legittime decisioni imprenditoriali, prese da una multinazionale che guarda al profitto e non alle ricadute sociali delle proprie decisioni.
In realtà, da diversi anni si è fatta strada una sensibilità diversa, recepita anche dalle normative nazionali e comunitarie e che ci ricorda che le imprese hanno una responsabilità sul loro impatto nelle società: la Responsabilità Sociale d’Impresa. Le aziende hanno quindi anche una responsabilità sull’impatto che le loro decisioni hanno sulla società in genere, e sul suo territorio di riferimento in particolare.
Molti sono i soggetti che possono ricordare alle imprese che hanno una responsabilità: i governi nazionali e locali, i sindacati, le associazioni che salvaguardano particolari temi o gruppi di persone, ma anche i singoli cittadini. Numerosi sono gli esempi internazionali di come le scelte di acquisto dei consumatori abbiano cambiato le scelte delle multinazionali.
Per questo motivo è nata su Facebook la Pagina tematica dedicata http://fb.me/NonCompriamoDaCarrefourFinche che invita i trofarellesi, ma in generale tutte le persone sensibili al futuro delle 59 persone che lavorano nel nostro ipermercato, a non fare più la spesa in un qualsiasi ipermercato a marchio Carrefour finché non saranno risolti i futuri occupazionali dei nostri 59 amici.
E’ un modo per invitare tutti ad usare il potere del proprio portafoglio per gridare a Carrefour che ha una responsabilità sulla nostra collettività. E se vuole riconquistare clienti, dimostri rispetto per le persone: un’offerta 3×2 non sarà sufficiente.