CENTRO - Serata densa e calda di interesse quella che si è svolta mercoledi a Trofarello per il confronto tra Si e No alla riforma costituzionale. «Dopo i due interventi introduttivi si sono scatenate le domande del pubblico in netta prevalenza critiche alla riforma – spiega Anna Friscia organizzatrice dell’incontro per il Movimento 5 Stelle – Una riforma partorita da un’ iniziativa governativa, approvata a colpi di maggioranza (sotto minaccia) e con espedienti ignobili come soffocamento del dibattito parlamentare, canguri, nottate estenuanti. Una riforma votata da un parlamento eletto con una legge elettorale giudicata incostituzionale, che avrebbe dovuto, solo per il principio di continuità, affrontare l’ordinario e portare in fretta il paese alle urne.
Perché non sembra che riformare la Carta fosse tra le priorità del popolo italiano, afflitto da disoccupazione ai massimi livelli, povertà crescente, debito pubblico incontrollato, distruzione del sistema scolastico e del sistema sanitario.
I relatori hanno sfrondato subito gli elementi di propaganda delle 2 parti e cioè il taglio dei costi ( la ragioneria ha certificato in soli 57 milioni di euro i risparmi) e l’avvento immediato di dittatura.
La relatrice del si ha detto che la carta va semplicemente a ufficializzare quello che già accade nella realtà. Ma noi crediamo che lo strapotere del governo cosi come l’insabbiamento costante delle proposte di iniziativa popolare, cosi come l’insofferenza al suffragio universale e diretto dei cittadini, andavano corretti da una classe politica più degna e riportati nell’alveo di una Costituzione giudicata tra le migliori al mondo. Non è la Costituzione che deve adeguarsi alle prassi di una politica degenerata a oligarchia che tutela gli interessi di pochi, piuttosto il contrario.
Sono emerse le incongruenze nel testo per esempio in tema di designazione dei nuovi Senatori – continaua la Friscia – È stato sottolineato che nel pasticcio generale il Senato sarà “continuativo” cioé ci saranno continue sostituzioni nel momento in cui si scioglieranno i consigli regionali o scadranno le cariche di sindaco. Noi crediamo che fare leggi (si perché il senato per importanti temi farà comunque leggi insieme alla Camera) sia un lavoro serio che non può fare un consigliere regionale a tempo perso o un sindaco già oberato di impegni; per di più cambiando sovente i soggetti componenti il nuovo senato.
Ad una serie di critiche emerse la docente del SI, forse con eccessiva stizza, ha risposto più volte con ” e chi se ne frega!”
E invece – conclude la sanguigna pentastellata – la cosa ce ne frega parecchio, e prima di cambiare, per cambiare in peggio, condivideremo con i cittadini tutte le nostre ragioni del NO»