CENTRO - C’era anche la trofarellese Fiorentina Spagarino alla cerimonia di consegna delle medaglie di liberazione a partigiani ed internati nei lager, che si è svolta domenica 13 novembre presso il conservatorio statale di musica ‘G. Verdi’ di Torino.
Classe 1923, oggi all’età di 93 anni è una pimpante nonna che ha fatto dei principi della democrazia e dell’antifascismo la bandiera della sua vita. Abbiamo raggiunto telefonicamente la signora Fiorentina che racconta la giornata e poi regala ai nostri microfoni qualche ricordo della sua gioventù e delle sue epiche avventure da staffetta partigiana. «Sono nata il 7 aprile del 1923. Quindi negli anni della resistenza avevo 22 anni. Il mio compito era quello di fare la staffetta e portavo gli ordini tra Mombercelli, Canelli, Nizza Monferrato. Mio marito Giuseppe Gatti era comandante della Brigata Garibaldi» racconta con lucidità Fiorentina. Dopo un breve periodo di resistenza a Trofarello infatti Fiore ed il marito Giuseppe erano entrati nel mirino del tenente Saccà, comandante della Brigata Nera presente a Trofarello. I coniugi avevano deciso così di lasciare Trofarello, con il fratello della moglie, Aldo Spagarino (Alberto Spagarino era in carcere). Una località nuova dove avrebbero potuto fare la resistenza. «Ci recammo così a Mombercelli, per entrare nella formazione di Battista Reggio (comandante Gatto), facente parte del più ampio raggruppamento delle divisioni garibaldine comandate da Ulisse (Davide Laiolo). Ricordo ancora benissimo la notte in cui scappammo da Trofarello. Sono tante le battaglie di liberazione che ricordo che i nostri partigiani hanno combattuto tra Nizza Monferrato, Canelli, Mombercelli, Rocchetta Tanaro dove imperversava la Repubblica di Salò». «Fiorentina si distinse in una particolare occasione: venuti a sapere che il comando tedesco era disponibile ad effettuare degli scambi di prigionieri (un partigiano per tre tedeschi) Fiore divenne l’agente che portò le informazioni alla Curia di Asti per avviare lo scambio, ovviamente con grande pericolo di essere intercettata o addirittura catturata» spiega Marco Cavaletto che con Gatti e Spagarino ha fatto tante manifestazioni legate all’Anpi nel ricordo del sacrificio partigiano durante la Resistenza.
«Con la Liberazione alle porte, Fiore venne anche fermata con altre donne partigiane sul cavalcavia di San Michele (Alessandria) dal console Monero (poi noto come boia della zona) che era in fuga con alcuni suoi brigatisti neri.
Questo Monero, nonostante fosse in fuga, voleva fucilare le donne ma sul momento culminante Fiore con altre due compagne si buttò nella scarpata sottostante e riuscì a salvarsi» conclude Cavaletto.
«Ricordo perfettamente questo episodio. Il famigerato Monero, un fascistone di Torino, ci ha sparato per prenderci il fazzoletto rosso che avevamo al collo come lasciapassare ai posti di blocco. Ho sentito il caldo tra le gambe per la paura. Il ponte era quello che chiamavano il Ponte Cristo di Alessandria». Dopo la Liberazione Fiorentina ha avuto una vita tranquilla ma intensa. Prima come gestore del Cerces di via Duca degli Abruzzi, poi come gerente, sempre insieme al marito Giuseppe del Bar San Giuseppe ed infine come titolare dell’Assicurazione Gatti di via Roma. Una vita piena di azione e movimento ma basata sui principi della libertà e della democrazia. Principi che con la medaglia della Liberazione conferitagli domenica le sono stati riconosciuti. «Ho avuto l’onore di consegnare la medaglia alla nostra concittadina Fiorentina Spagarino – commenta l’assessore Grazini – E’ stata per me una forte emozione partecipare alla cerimonia in rappresentanza di tutti i miei concittadini, e di questo ringrazio anche il Sindaco Visca che mi ha concesso questa opportunità in qualità di Assessore agli affari istituzionali.
A prescindere dalle ideologie sottese all’interpretazione del movimento della Resistenza, è innegabile che questi uomini e donne partigiani abbiano contribuito a cambiare la storia mettendo a repentaglio le loro proprie vite.
Sono stati capaci di lottare per i propri ideali: Tra loro anche numerose donne.
Tra queste donne che hanno scritto la storia c’è stata anche la signora Spagarino che è sicuramente un orgoglio per Trofarello, tanto più che, nell’occasione, tra gli insigniti la maggior parte erano uomini».