CENTRO – Una bugia colossale? Una resistenza all’ultimo ricorso? Promettono battaglia gli esponenti pentastellati sulla decisione di collocare il nuovo ospedale unico nella zona Cenasco, sul confine tra Trofarello e Moncalieri. «L’ospedale unico di Moncalieri siede su una colossale bugia.
L’assessore alla sanità piemontese, Saitta, ha annunciato che l’ospedale che andrà a sostituire quelli di Moncalieri, Chieri e Carmagnola sorgerà in località Cenasco-Vado, sita nel comune di Moncalieri – spiegano i pentastellati che a Trofarello fanno capo ad Anna Friscia – Dal comunicato stampa si legge che il fattore determinante per la scelta è stato l’impegno dei comuni di Moncalieri e Trofarello a compensare il consumo di suolo che necessariamente ci sarà non solo per edifici, parcheggi e servizi vari ma anche per tutte le modifiche di viabilità necessarie, anche in altri comuni (es. Cambiano), per rendere la struttura fruibile.
Ad un politico esperto come Saitta oggi assessore regionale ma già presidente della Provincia di Torino, nonché ex-paladino della tutela della risorsa suolo, non può sfuggire che la delibera di Moncalieri tratta di aree di scambio che mai sarebbero state edificate per una serie di motivi che lui dovrebbe conoscere e che la stessa variante c.d. “collinare”, che ha iniziato il suo iter nel 2012, quindi indipendente dalla questione ospedale, recentemente è osteggiata dagli stessi alleati del sindaco Montagna – continua la consigliera di opposizione – Ma veniamo al nostro comune: con una delibera piena di buoni propositi, l’amministrazione trofarellese ha voluto dare agli uffici l’incarico di individuare qualche espediente di mitigazione ambientale. Ma cosa deve compensare il comune di Trofarello se la nuova struttura ospedaliera non sarà sul nostro territorio? – si chiede la Friscia – Evidentemente l’ufficializzazione della scelta del sito viene da lontano: come mai con tutta la zona che va dal “Sanpaolo” di Moncalieri a Trofarello si scelgono proprio i lotti a ridosso del confine, separati da un rio (il Rigolfo) talmente problematico che su di esso sono previsti 2 milioni di euro di lavori nei prossimi anni?
Vogliamo ricordare che l’area in questione, almeno sul versante trofarellese, è stata oggetto di una programmazione di sviluppo industriale da parte di un ente a partecipazione regionale e privata che si è arenata con la crisi economica dal 2009. E guarda caso una serie di varianti urbanistiche, tra cui le ultime che hanno previsto un aumento di cubatura edificabile sul campetto il “Viello” e che solo noi abbiamo contrastato in consiglio comunale, oggi tornano utili nel momento in cui nella famosa delibera “di compensazione ambientale” l’unica cosa certa e puntuale è lo sviluppo dei servizi dell’ente attuatore della zona industriale.
Per il resto deve essere ben chiaro che, persa l’occasione di investire soldi pubblici per riqualificare un’area già compromessa o per servire l’utenza lontana dalle strutture ospedaliere torinesi, il nuovo ospedale apre enormi praterie al business: si pensi che sarà un ospedale a gestione mista. Le grane al pubblico (cura dei pazienti) e servizi remunerativi al privato (logistica, mensa, pulizie……) oltre ad un congruo canone per almeno trent’anni.
Perché è di questo che si parla quando si invoca il projet financing».