CENTRO – Nulla di fatto. Progetto Paese non l’ha spuntata. Non ha avuto esito positivo il ricorso al Consiglio di Stato discusso questa mattina dalle 10,30 e di cui è appena comparsa la sentenza sul sito del massimo grado di giustizia amministrativa. L’ultima carta che ha voluto giocare Marco Cavaletto, leader di Progetto Paese, per tentare di sbloccare la situazione e rientrare in gioco per le amministrative 2016 del 5 giugno è stato un buco nell’acqua. «Si tratta di una esclusione motivata da irregolarità formali, che nulla hanno che vedere con la sostanza delle “irregolarità” sostanziali che la lista Progetto Paese è stata costretta a subire – commenta a caldo Marco Cavaletto – Spiace che un pezzo significativo di Paese non potrà essere rappresentato in Consiglio comunale dal prossimo 5 giugno, anche perché, pur non avendo la possibilità di effettuare contro prove, la nostra lista avrebbe potuto battersi per vincere le elezioni restituendo questo nostro bel paese ai suoi cittadini. Nei prossimi giorni Progetto Paese elaborerà una strategia per continuare nella sua strada di verifica e controllo dell’operato della nuova Amministrazione che, è opportuno dirlo, dovrà essere una nuova, efficiente e, soprattutto, efficace alternativa Amministrazione. Ciò per avere un comune finalmente amministrato e non trascurato e bistrattato come quello che è sotto gli occhi di tutti i suoi cittadini e per avere una burocrazia comunale all’altezza del compito che i cittadini gli hanno affidato – conclude amareggiato ma sereno l’ormai ex candidato Cavaletto – Noi di Progetto Paese usciamo sconfitti non dalle Urne, ma dalla Burocrazia ottusa di un Comune allo sbando. Chiediamo a tutti i cittadini – elettori di favorire, il 5 giugno, un’alternanza vera perché ciò che è capitato a Progetto Paese non capiti più a nessun altro».
Come si era arrivati al ricorso al Consiglio di Stato? Avallata la recusazione del comitato elettorale di Moncalieri da parte del Tar del Piemonte il candidato Cavaletto aveva deciso di intraprendere questa ulteriore ultima strada. «Lo dovevo ai 16 compagni di cordata che hanno intrapreso questa strada qualche mese fa insieme a me. E’ un bel gruppo che è cresciuto in queste ultime settimane e si è coeso ed amalgamato. Abbiamo fatto una serie di valutazioni. All’interno del gruppo c’erano anche posizioni prudenti perché comunque un ricorso al consiglio di Stato ha un costo. Diciamo quindi che c’era un motivo non politico ma economico. Tengo moltissimo a queste persone ed ho visto che, mentre io ho creduto in loro, loro hanno creduto fortemente in me, si è creato un clima di squadra veramente eccezionale e quindi mi sentivo impegnato nei confronti di questi ragazzi che sono eccezionali e molto motivati per il bene di questo paese. Così come ho visto loro darsi tanto da fare per il bene del paese io non ho visto altrettanto impegno in tanti anni da parte delle forze di opposizione in consiglio comunale, all’interno del quale vi è stata una sorta di spegnimento delle coscienze, con le opposizioni che, a parte quella dei Cinque Stelle, si sono addormentate. Al contrario ho visto una grande presa di coscienza da parte di questi 16 ragazzi. Hanno subito una forte delusione perché non sono stati sconfitti dalle urne ma sono stati sconfitti da un pezzo di carta – commenta Cavaletto – Questa la dice lunga sul concetto di giustizia e di legalità. Questo è il caso classico in cui la legalità batte la giustizia 4 a zero. Non è giusto che io non possa partecipare ad una consultazione elettorale o meno ai sensi di una legge del 2000 anziché ai sensi di una legge del 2012. Noi comunque dobbiamo fare i conti con le norme e con l’apparato del comune che ha gestito questa cosa con una superficialità senza precedenti. Mi auguro che chiunque vinca sappia mettere mano ad una profonda riforma del sistema amministrativo comunale perché ne ha proprio bisogno. Reputo di dover restituire ai ragazzi del gruppo lo stesso impegno che hanno profuso in questi giorni. Non possiamo partecipare ad una consultazione elettorale, in barba al favor partecipationis, per un pezzo di carta sbagliato che ci è stato dato dal comune. Dopodiché l’incidente c’è stato, io ho fatto tutto il possibile e vorrei che nulla rimanesse intentato nella speranza di poter recuperare.
Intanto il PD che appoggia Progetto Paese fa arrivare un comunicato con cui esprime il proprio pensiero “La decisione del Tar di non voler accogliere il ricorso della lista ‘Progetto Paese’, prevedendone così l’esclusione è per il PD di Trofarello motivo di profondo dispiacere e rammarico.
Prima di tutto per il candidato sindaco Marco Cavaletto e per tutti i candidati della lista che stavano mettendo tutto il loro impegno, le loro competenze e il loro tempo a servizio del Paese. E poi per Fiorella Fausone e Pino Discepolo, nostri iscritti, che per conto del partito stavano spendendo tutte le loro energie e le loro risorse per vincere le prossime elezioni comunali”. Lo dichiara Leonardo Di Vizio, segretario del PD di Trofarello, all’indomani della sentenza del TAR. “Avevamo sostenuto ‘Progetto Paese’ – prosegue Di Vizio – perché ne avevamo condiviso i suoi obiettivi e i progetti che si poneva di portare avanti per provare a cambiare Trofarello”. ” Considerata l’evoluzione di questa vicenda – spiega – ci sembra opportuno sottolineare che qualsiasi indicazione di voto o decisione che verrà presa nelle prossime ore non rappresenta in alcun modo il Partito Democratico di Trofarello”.
Roberto D’Uva