Il 25 aprile divide ancora

imagesContinuano a dividere i festeggiamenti del 25 aprile. Il presidente della Sezione dell’Anpi di Trofarello Luca Eandi precisa  circa il discorso tenuto in occasione della Commemorazione della Liberazione dall’oratrice ufficiale dell’Anpi, Ilaria Mardocco. «Quanto è stato esposto dall’oratrice, non è altro che la decisione assunta dall’Anpi Nazionale di aderire ai Comitati Referendari contro la riforma costituzionale e la modifica della legge elettorale; meglio del sottoscritto possono fare chiarezza le parole stesse della nostra Organizzazione che, nel Comitato Nazionale del 21 gennaio scorso affermava che “…l’ANPI non è interessata – nel caso particolare delle riforme – ai problemi più specificamente “politici” (il “plebiscito”, la tenuta e le sorti del Governo, etc.); per la nostra Associazione il tema è solo quello dell’intransigente difesa della Costituzione da ogni “stravolgimento” che rimetta in discussione le linee portanti (anche della seconda parte) ed i valori di fondo; considera la Riforma del Senato e la legge elettorale, così come approvate dal Parlamento, un vulnus al sistema democratico di rappresentanza ed ai diritti dei cittadini, in sostanza una riduzione degli spazi di democrazia…” Sono pertanto estremamente spiacente che le parole dell’oratrice dell’Anpi possano aver suonato alle orecchie di alcuni esponenti locali del PD come un attacco all’attuale Governo: l’Anpi non ha governi amici ma solo valori da tutelare e memoria da rinsaldare. Sono certo di aver fugato ogni dubbio circa un’eventuale presunta strumentalizzazione della manifestazione di ieri da parte dell’Organizzazione di cui mi onoro di far parte» conclude Eandi. Dall’altra parte scende in campo il segretario della sezione locale del Pd. «Durante la manifestazione del 25 aprile ci sono state delle proteste per le affermazioni della relatrice dell’ANPI, addossando la responsabilità delle proteste al PD di Trofarello, responsabilità che respingiamo – esordisce Leonardo Di Vizio –  La festa del 25 Aprile è la festa di liberazione dell’Italia dall’oppressione nazista e come tale è la festa di tutta la nazione e di tutti i cittadini italiani, riteniamo che essendo una festa nazionale non debba diventare una festa di una parte, qualunque essa sia. L’ANPI ha tutta la legittimità di esprimere dissenso rispetto alla riforma proposta dal governo, ma riteniamo che non sia il palco del 25 aprile il luogo adatto per esprimere le proprie legittime perplessità, perché farlo significa dividere il paese nel momento in cui si celebra la rinascita della libertà e della democrazia. Anche all’interno del partito vi sono voci in dissenso alla riforma, fa parte della dialettica politica e della visione che le parti, in quanto tali, interpretano nei luoghi idonei – continua Di Vizio –  Un paese, una nazione se pensa e ritiene che debba darsi regole più attuali per permettere di modernizzarsi, anche nei tempi legislativi, deve poterlo fare ed è compito di tutti partecipare, anche con le proteste, nel riscrivere le regole. Comprendiamo le perplessità di accentramento del potere, ma riteniamo anche che il tempo del bicameralismo perfetto poco si addice ai tempi frenetici in cui viviamo, dove la realtà viaggia a velocità molto maggiore rispetto alla capacità legislativa del governo del paese, d’altro canto il bicameralismo perfetto, con i suoi contrappesi, era frutto e successivo ad un regime totalitario – conclude il segretario locale del PD-  Un paese moderno che abbia sviluppato al suo interno una consapevolezza democratica con sani anticorpi, non può aver paura di modificare il proprio sistema politico nel tentativo di modernizzare il paese».

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